Nei primi giorni di Febbraio sono arrivato a Niamey, la capitale del Niger. Il giorno seguente sono partito per Dogon Doutchi, a circa 300 Km verso est, e ho trascorso il week end con p. George et p. Emmanuel, padri SMA, e con suor Thérèse et Salomé, NDA, celebrando la domenica con la piccola comunità cristiana di quella città di 80.000 abitanti. Sono poi tornato nell’atmosfera polverosa e inquinata di Niamey, ospite della casa SMA, dove vive P. Mauro Armanino, cui si è aggiunto da quattro mesi P. Vito Girotto.

Per tre giorni sono convenuti anche gli altri confratelli SMA presenti in Niger. Eravamo in tutto otto padri e un seminarista in stage. Mancavano P. Isidro. Spagnolo, e naturalmente P. Pier Luigi Maccalli, di cui non si hanno ancora notizie certe. Sono già passati più di quattro mesi da quel 17 settembre, e il suo rapimento ha alterato in modo radicale tutta la vita della Chiesa nel settore Gourmantché, il più fiorente dell’Arcidiocesi di Niamey, quanto a numero di cristiani e di catecumeni.

Per motivi di sicurezza i nostri 3 missionari SMA europei hanno dovuto lasciare la zona. Altri due, P. Dass, indiano e P. Sylvestre, beninese, fanno parte di una équipe che da Makalondi serve le tre parrocchie di quel settore. È un servizio limitato perché in tutta la zona le moto e le auto possono circolare solo durante il giorno e solo sulla strada asfaltata che da Niamey va verso il Burkina Faso.

Molte comunità di campagna sono quindi raggiungibili solo a piedi o in bicicletta e questo limita molto gli spostamenti. Inoltre, nella parrocchia di Bomoanga non si può accedere neanche a piedi a tutta la parte che va verso il confine con il Burkina a causa del rischio di attacchi.

In tutto il settore, le attività e le iniziative pastorali e sociali delle parrocchie sono sospese, eccetto le Messe della domenica nei centri principali raggiungibili in auto. È un grande momento di prova per tutti. Si vedrà quanto la fede e la perseveranza sostengono le comunità dei villaggi in questa fase in cui devono trovare andare avanti senza l’aiuto dei sacerdoti e dei missionari.

I nostri confratelli sono profondamente toccati da questi avvenimenti, specialmente P. Vito e i due padri spagnoli Isidro e Pepe. Tutti e tre hanno dovuto lasciare precipitosamente le loro missioni e praticamente ora non vi possono più ritornare. Tuttavia, ho ammirato il loro spirito di fede e di adattamento alle nuove situazioni provvisorie. Tutti e dieci i confratelli sono convinti che il loro posto è in Niger e la missione è soprattutto la presenza in questa società in gran parte mussulmana in collaborazione cordiale con l’Arcivescovo di NiameyMons. Laurent Lompo e gli altri operatori pastorali della Diocesi.

Un pomeriggio ho partecipato a un incontro organizzato dal Centro di Formazione Cristiana diocesano di cui P. Mauro è l’anima. Si teneva nel Centro Culturale Franco-Nigeriano e vi hanno partecipato una cinquantina di persone in maggioranza studenti universitari. Tra essi solo due cristiani, oltre naturalmente a Mauro e a tre di noi che lo avevano accompagnato. Sono incontri mensili su questioni che toccano la società civile, arrivati oramai alla settima edizione. Erano presenti due televisioni locali che ritrasmettono ampi servizi sul dibattito. Mi ha colpito molto la lucidità e la libertà di critica dei conferenzieri che questa volta trattavano il tema: “Il Sahel, ricco e saccheggiato: maledizione o complicità?”.

P. Mauro è molto conosciuto e apprezzato da questa parte di società civile che si impegna per un rinnovamento. Il suo è un contributo prezioso e in qualche maniera unico nel campo della società civile. Speriamo che in Niger e nella SMA ci siano altri che impegnino nella stessa maniera.

La mia visita era dovuta e credo che pur nella sua semplicità abbia fatto sentire a tutti i nostri e anche al Vescovo la vicinanza di tutta la SMA.

P. Antonio Porcellato, Vicario Generale della SMA, da Niamey