La più grande concentrazione di piramidi al mondo è stata scoperta non in Egitto, bensì in Sudan. Sono vestigia dell’antico Regno di Kush, una civiltà nera dell’Africa del nord la cui storia è stata sistematizzata in maniera più esatta solo da pochi anni.

Nei siti di El Kurru, Nuri, Gebel Barkal e Méroé si ergono piramidi la cui altezza varia dai 6 ai 30 metri. Siamo nella Valle del Nilo, non in terra egiziana, ma nel vicino Sudan. In questa zona sorse l’antico Regno di Kush, nella regione nota col nome di Nubia.

La sua storia è complessa ed è stata aggiornata solo i recente, grazie a una serie di indagini archeologiche che hanno messo in luce la sua importanza, nonché unicità rispetto alla civiltà dell’antico Egitto. Si pensava infatti che le piramidi rinvenute a nord del Sudan fossero opera degli egiziani.

In realtà, si tratta di strutture realizzate dall’antica civiltà nera dell’Africa, quella di Kush, appunto. Sintetizzare in un Articolo le vicende accorse a un antico regno è sempre un lavoro difficile e delicato. Possiamo individuare per il Regno di Kush tre grandi periodi storici.

Kerma e Napata

Il primo periodo si collega al Regno di Kerma, il cui nome è eponimo del sito e della capitale su cui venne fondato. Secondo le fonti, si trattava di un regno potente, capace di contrastare le mire commerciali dei vicini egiziani verso le regioni più a sud dell’Africa, ma anche lungo le rotte desertiche del Sahara.

È un Regno che fiorì tra il XXV e il XVI secolo a.C. Era caratterizzato da una cultura orale, non scritta, e l’idioma dominante dei vari popoli appartenenti al regno era quello delle lingue cuscitiche. Già in questa fase, le tombe e i riti d’inumazione risultavano centrali a livello religioso-sociale. Verso il XVI secolo, le necropoli reali erano imponenti.

Tra il XVI e il XII secolo a.C. il Regno di Kerma venne conquistato dal faraone Ahmose I (della XVIII dinastia egizia). Ma a partire dal XI secolo, la regione della Nubia divenne indipendente, grazie alla frammentazione dell’Egitto in diversi regni rivali. Questa situazione favorì l’emergere di una dinastia forte, nei pressi di Napata (cui è collegato il sito di Gebel Barkal). Questa dinastia fondò tra l’VIII e il IV secolo a. C. il Regno di Napata.

È un regno potente, tanto da conquistare prima l’area della Bassa Nubia, poi l’Alto Egitto. Venne così fondata la XXV dinastia, i cui faraoni appartenevano al Regno di Napata. I loro nomi erano Piyé, Chabaka, Chabataka, Taharqa, Tanoutamon e regnavano sia su Kush, sia sull’Egitto. In questo periodo storico furono edificati e restaurati splendidi templi, come Menfi, Karnak e Gebel Barkal.

Il sito sacro di Gebel Barkal

Gebel_Barkal_Napata Kush

Collegata a questo periodo storico è la città del dio egizio Amon, le cui rovine si trovano ai piedi del Gebel Barkal (scritto anche Jabal Barkal). Questo luogo, ubicato nell’attuale Sudan, a circa 400 chilometri a nord di Khartoum, è un promontorio roccioso considerato la montagna sacra abitata proprio dal dio Amon. Il sito è anche chiamato la “Montagna Pura”.

Gli archeologi, analizzando alcune rappresentazioni ritrovate in antichi templi, hanno compreso perché questo luogo fosse ritenuto così sacro. Osservando bene la formazione rocciosa si vede un picco, che pare staccato dalla massa principale.

Questo picco sembra avere forma di un cobra. Questo simbolismo si riallaccia all’importante ruolo del cosiddetto ureo, il cobra femmina, animale sacro per gli antichi egizi, in quanto proteggeva il faraone dai suoi nemici. Il sito di Gebel Barkal e i resti archeologici sono stati inseriti dall’UNESCO nella lista del Patrimonio dell’Umanità nel 2003.

Meroë

Il terzo periodo della storia di Kush è chiamato Regno di Meroë, dal nome dell’omonima città della Nubia. Questa fase si sviluppa nel corso del IV secolo a.C. e segna la fine del Regno di Kush.

È un periodo che segue la conquista assira dell’Egitto e la successiva dominazione achemenide, eventi che spinsero i regnanti di Kush a rifugiarsi a Meroë. In questa fase, la civiltà di Kush, lontano dall’Egitto, si africanizzò e assorbì le culture locali. Il culto del dio Amon venne sostituito con quello del dio-leone Apedemak. Di questa antica città rimangono decine e decine di piramidi, oggi protette dall’Unesco.

Un patrimonio storico-archeologico impressionante

Statue di vari sovrani kushiti di Napata della XXV Dinastia egizia

Le centinaia di piramidi erette durante il potente Regno di Kush sono state valorizzate e comprese veramente solo da pochi decenni. Quella di Kush fu una civiltà sorta nell’antica Nubia, divenuta influente grazie ai lucrosi commerci tra l’Africa cosiddetta nera, l’Egitto e l’area mediterranea.

All’interno di alcune piramidi sono state rinvenute camere funerarie abbellite da ornamenti raffiguranti scene del Libro dei morti dell’antico Egitto. Purtroppo, molti di questi siti vennero letteralmente spogliati delle loro preziose ricchezze.

Tra i cacciatori di tesori spicca la figura di Giuseppe Ferlini (1797-1870), medico italiano passato alla storia per aver saccheggiato e distrutto diverse tombe risalenti all’antico Regno di Kush.

Tra i siti più suggestivi risalenti il Regno di Kush, oltre a quello di Gebel Barkal, vi è El-Khurru, rinvenuto tra il 1918-1919 dall’egittologo George Reisner. Ubicato sulla riva orientale del Nilo, El-Khurru conserva la necropoli reale di Napata.

Silvia C. Turrin

Foto: Wikipedia.com