il presidente del Niger Mohamed Bazoum

Mercoledì 26 luglio. In Niger è in corso un tentativo di colpo di Stato.

Mentre stiamo scrivendo sembrerebbe che il presidente Mohamed Bazoum sia trattenuto dai membri della guardia presidenziale.

Padre Mauro Armanino, che si trova nella capitale del Niger, ci ha inviato questo messaggio:

La situazione rimane ancora confusa a Niamey nel bel mezzo della giornata di mercoledì 26 luglio 2023. Verso mezzogiorno è stata rafforzata la sicurezza intorno al Palazzo Presidenziale dove la Guardia Pretoriana ha dispiegato armi pesanti. Anche i siti strategici della capitale – come la televisione e la radio nazionale – sono stati isolati dalle forze di difesa e di sicurezza. Una fonte vicina alla Presidenza parla di un tentativo di colpo di stato da parte di elementi della guardia presidenziale, ma la situazione è ancora confusa.

La Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS), con stupore e sgomento “ha appreso del tentativo di colpo di stato in Niger”. In un Comunicato, l’ECOWAS  “invita gli autori di questo atto a rilasciare immediatamente e senza condizioni il Presidente della Repubblica democraticamente eletto”.

In un tweet – che poi è stato cancellato -, la Presidenza del Niger aveva indicato in alcuni “elementi della guardia presidenziale” gli artefici di “moti di rabbia” contro il presidente. Gli stessi “elementi” avrebbero cercato – senza però riuscirvi – di ottenere l’appoggio delle forze armate nazionali e della guardia nazionale.

Mohamed Bazoum è stato eletto nell’aprile 2021.

L’ex colonia francese, dalla sua indipendenza (1960) ha conosciuto diversi colpi di Stato e tentativi di golpe. L’ultimo è avvenuto il 31 marzo 2021, due giorni prima che il presidente Mohamed Bazoum prestasse giuramento. In quell’occasione, il governo nigerino annunciò di aver arrestato diverse persone.

Tra povertà, cambiamenti climatici e raccolti sempre più scarsi

Il Niger rimane un paese instabile, sospeso tra povertà e preziose ricchezze minerarie ambitissime anche da multinazionali straniere.

Qualche giorno fa, Joseph Borrell, Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e Vicepresidente della Commissione Europea dopo l’incontro con il Presidente Mohamed Bazoum, aveva dichiarato che: “Il Niger è un motore economico per il Sahel”.

E ancora… sempre quest’anno, il Segretario di Stato USA Antony Blinken, ha fatto tappa in Niger, sottolineando il sostegno statunitense al paese saheliano nei suoi sforzi per contrastare il terrorismo.

Ma il Niger è anche altro…

Cambiamenti climatici ed effetto serra portano all’aumento delle temperature in tutto il pianeta e questa parte dell’Africa non è esclusa. Tante città del Niger subiscono temperature estreme, come Agadez, che ha sfiorato quasi i 50°C. Cambiamenti climatici ed effetto serra che hanno un impatto drammatico sui raccolti, quindi sulla disponibilità di cibo.

Secondo l’Onu, quasi il 20% della popolazione di questo lembo del Sahel avrà bisogno di assistenza umanitaria proprio nel corso del 2023. Già nel 2022, la malnutrizione acuta ha colpito oltre il 12% dei bambini. E gli effetti della mancanza di cibo e di raccolti si sentono già, visto che in questo mese di luglio le autorità del Niger stanno distribuendo migliaia di tonnellate di cibo agli agricoltori colpiti da scarsi raccolti.

Tornando al tentativo di colpo di Stato, sembrerebbe che la mente di questa destabilizzazione sia Abdourahmane Tchiani, controverso generale dell’esercito del Niger, nonché comandante della guardia presidenziale. Secondo fonti locali, Tchiani avrebbe anticipato la decisione del Presidente del Niger di riorganizzare il proprio apparato di sicurezza. E in questa decisione rientrava, non a caso, la destituzione  del generale Tchiani.

A cura di Silvia C. Turrin

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