Mentre l’attenzione dei principali mass-media e della comunità internazionale si concentra soprattutto sulle guerre in Ucraina e in Medio Oriente, la situazione in Sudan si aggrava di giorno in giorno.

Nazione da decenni instabile – come abbiamo scritto in vari Articoli sul nostro sito – il Sudan nell’aprile 2023 è ripiombato in un terribile conflitto.

Nell’arco di un anno, gli sfollati interni hanno quasi raggiunto la soglia dei 10 milioni, come rilevato dall’agenzia per le migrazioni delle Nazioni Unite.

Preoccupa poi la vasta insicurezza alimentare che rischia di innescare un’altra drammatica carestia, che si aggiunge alle continue, sanguinose violenze, come è stato il caso, agli inizi del mese di giugno, di un attacco contro un villaggio a sud della capitale, in cui sono morte oltre 100 persone, tra le quali vi sono 35 bambini.

Alcune zone del Paese sono difficili da raggiungere, se non inaccessibili, anche per gli operatori umanitari delle Nazioni Unite. Tra queste vi è El Fasher, capitale del Nord Darfur nel Sudan occidentale, al centro di altri combattimenti tra le forze armate sudanesi e la RSF (forze paramilitari di sostegno rapido).

Come accade in tutte le guerre, le vittime sono i civili. Oltre al pericolo di morte, le persone devono affrontare le pesanti conseguenze dei combattimenti, che si ripercuotono sul costo della vita.

Come hanno rilevato i rappresentanti delle Nazioni Unite, i prezzi dell’acqua e del carburante sono cresciuti enormemente, rendendo i beni di prima necessità inaccessibili.

Proprio per questo, molti operatori umanitari temono che si aggravi la crisi sia in Sudan, sia nei paesi confinanti, dove milioni di persone hanno cercato rifugio. Si aggravi tanto da innescare una carestia che potrebbe diventare la più drammatica degli ultimi anni.

Michael Dunford, direttore regionale del Programma Alimentare Mondiale per l’Africa orientale, ha affermato che:

“Il Sudan è nella morsa di una fame diffusa e della malnutrizione. Il WFP continua ad espandere la propria assistenza alimentare e nutrizionale per raggiungere milioni di persone che vivono quotidianamente gli orrori della guerra. La situazione è già catastrofica e potrebbe facilmente peggiorare ulteriormente a meno che il sostegno non raggiunga tutte le persone colpite dal conflitto”.

A destare maggiore preoccupazione sono le comunità in cui sono in corso i maggiori combattimenti, come il Darfur, il Kordofan, Khartoum e Gezira, i cui abitanti hanno bisogno di un sostegno urgente.

Michael Dunford  ha messo in guardia la comunità internazionale:

“La situazione in Sudan più che è dimenticata è trascurata. Si tratta già della più grande crisi di sfollati nel mondo e ha il potenziale per diventare la più grande crisi alimentare del mondo. Mentre i leader globali si concentrano altrove, questa crisi non riceve l’attenzione e il sostegno necessari ad evitare uno scenario da incubo per il popolo sudanese. Il mondo non può dire di non conoscere la gravità della situazione in Sudan o di non sapere che sia necessaria un’azione urgente”.

Anche Papa Francesco, dopo la recita dell’Angelus nella Solennità del Corpus Domini, è tornato a lanciare la sua richiesta di Pace. Ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro ha detto:

“Vi invito a pregare per il Sudan, dove la guerra che dura da oltre un anno non trova ancora una soluzione di pace. Tacciano le armi e, con l’impegno della Autorità locali e della Comunità internazionale, si porti aiuto alla popolazione e ai tanti sfollati; i rifugiati sudanesi possano trovare accoglienza e protezione nei Paesi confinanti”.

A cura di Silvia C. Turrin

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foto: WFP/Abubaker Garelnabei – World Relief