P. Carlos è un missionario SMA, originario dell’Argentina, che nel 2008 è partito per il Niger con p. Gigi per vivere nella missione di Bomoanga in Niger. È la missione da cui p. Gigi è stato rapito lo scorso 17 settembre.

Nel 2012 p. Carlos ha fondato la nuova parrocchia intitola al Beato Charles de Foucauld a Kankani, a 45 km da Bomoanga. Ora si trova in Italia, e ci comunica cosa gli passa nel cuore in questi giorni, un cuore rattristato e appesantito dalla notizia del rapimento di colui con il quale ha condiviso lunghi e intensi anni di missione.

Condivide con noi la seguente riflessione, a partire dalla sua esperienza di convivenza con i musulmani del Niger:

“Nessuno ha rivendicato fino ad ora il rapimento di p. Pier Luigi. Però si specula che gli autori potrebbero appartenere a un gruppo jihadista. Ma, cos’è la Jihad? Non è semplice rispondere, ma possiamo dire che per i nostri fratelli musulmani ci sono due Jihad, la maggiore e la minore.

La Jihad maggiore (sviluppata dai sufi, seguaci di una corrente mistica dell’Islam) è la “guerra” contro se stesso per diventare una persona più “spirituale”.

La Jihad minore sarebbe invece la “guerra santa”. Tuttavia possiamo dire che l’islam non è la religione della spada. Infatti, secondo un sondaggio Gallup condotto su scala globale nel 2008, solo il 7 % dei musulmani del mondo è favorevole all’estremismo militante. Il Corano menziona la Jihad soltanto in 24 versetti, nella maggior parte dei quali mette in rilievo l’aspetto spirituale.

Ma, gli “estremismi” esistono? Purtroppo sì, e si sono anche diffusi in vari modi e in vari luoghi della terra. È quell’atteggiamento di fanatismo che finisce per deformare totalmente la realtà abbracciata. Quindi, possiamo affermare che i gruppi “jihadisti” hanno falsato il vero volto dell’Islam.

Questo che scrivo, è semplicemente per far capire meglio quello che c’è nel mio cuore in questi momenti. Da una parte provo ripulsa e fastidio verso tutta questa gente che può arrivare a uccidere in nome di Dio. Ma di quale Dio ci parlano? E il mio cuore si rivolta…

Dall’altra parte, pensando a quello che ho vissuto nella missione in Niger durante questi 10 anni, continuo ad affermare che tra cristiani e musulmani è possibile vivere in pace. Certo, non dimentico che ho visto le chiese bruciate a Niamey, come conseguenza di tutto ciò che è accaduto dopo la pubblicazione delle vignette anti-islamiche di Charlie Hebdo e al massacro dei suoi giornalisti da parte dei terroristi islamici. Ma questo attacco dei musulmani nigerini contro le chiese cristiane è avvenuto in un contesto di povertà estrema, in cui è stato molto facile manipolare i giovani nigerini della città.

È anche vero che in Niger ho sempre vissuto in zona rurale, e la gente di campagna è differente da quella di città. Inoltre, anche se i nostri tempi stanno cambiando, il mio cuore sente e crede che dobbiamo continuare a lottare per un mondo di pace, e che i veri musulmani sono quelli che cercano la pace e sono capaci di rispettare le differenze tra le religioni.”