La cattedrale di Cotonou ha accolto una numerosa e fervente assemblea per una celebrazione eucaristica lunedì 28 aprile, in memoria dei missionari della SMA (Società delle Missioni Africane) e delle Suore di Nostra Signora degli Apostoli, ormai entrati nella vita eterna.
I membri della grande famiglia Bresillac (padri, sorelle e collaboratori laici) venuti dal Benin, Ghana, Togo, Nigeria e Costa d’Avorio si sono riuniti per rendere omaggio a questi pionieri della fede. La messa è stata presieduta da padre Désiré Salako, Superiore Provinciale del Benin, circondato da numerosi confratelli, tra cui il Superiore Generale, padre Antonio Porcellato, il Vicario Generale, padre François de Paul Hungue, nonché diversi responsabili delle delegazioni africane e missionari della regione.
Dopo l’Eucaristia, una breve ma intensa veglia ha permesso all’assemblea di raccogliersi in preghiera. La comunità si è poi ritrovata al convento delle suore per un momento di convivialità fraterna, preludio dell’avvio dell’imminente triplice giubileo.
Una chiamata al rinnovamento interiore
Nella sua toccante omelia, padre François du Penhoat ha invitato i fedeli a lasciarsi interpellare da due figure evangeliche: Nicodemo e monsignor de Bresillac.
Come Nicodemo, ognuno è chiamato a «rinascere dall’alto», a lasciare da parte le proprie certezze umane, il proprio status sociale e i ragionamenti, per aprirsi a Dio con semplicità e autenticità. Gesù ci chiama, proprio come Nicodemo, a entrare in una relazione più vera e intima con Lui, al di là delle preghiere di convenienza.
Padre du Penhoat ha poi evocato il percorso di Monsignor de Bresillac, modello di missionario che, nonostante i suoi dubbi e le sue prove, si è abbandonato totalmente alla missione africana, vivendo una vera trasformazione interiore. Animato da una “finalità soprannaturale”, egli ha saputo oltrepassare i suoi limiti per portare il Vangelo fino ai confini del deserto.
Una memoria viva e una missione da continuare
L’omelia ha sottolineato l’importanza della memoria: rendere grazie per coloro che hanno fondato la Chiesa in Africa, senza cadere in una semplice ammirazione statica. Infatti, i primi missionari lasciarono tutto – famiglia, comodità, certezze – per annunciare Cristo in condizioni estremamente difficili.
Ancora oggi la sfida è immensa. In un mondo segnato dalla globalizzazione e dalle distrazioni digitali, il missionario è invitato a sperimentare un distacco più interiore, un’apertura di cuore, una vera immersione nelle culture incontrate.
Padre du Penhoat ha ricordato tre atteggiamenti fondamentali ereditati dai missionari di ieri:
- Spendersi, dedicarsi, senza contare per il Signore.
- Sapere di essere un anello di una grande catena di trasmissione della fede.
- Maturare umanamente e spiritualmente vivendo pienamente la propria vocazione missionaria.
Grazie all’esempio di coloro che ci hanno preceduto, la Chiesa è chiamata oggi a rinnovarsi, a vivere nell’unità, nella semplicità e carità. È insieme, ispirati dallo Spirito, che siamo invitati a continuare la missione per la maggior gloria di Dio.
Fonte: SMA International
Traduzione dal francese a cura di Silvia C. Turrin
Alcune immagini dell’evento in Benin