Le varie chiese delle città di Mbandaka e Bikoro, cattoliche, protestanti, evangeliche, sono mobilitate già da tempo. Queste due città della Repubblica Democratica del Congo sono l’epicentro dell’epidemia di Ebola, e si trovano nella Provincia dell’Equateur, a nord-ovest del paese, come mostra la cartina.

La domenica preti, catechisti e pastori martellano i loro fedeli: “Non giochiamo con Ebola. Non ascoltiamo le voci assurde che circolano tra noi, secondo le quali Ebola è solo una leggenda, oppure è una cospirazione dell’Occidente, oppure ancora è l’opera degli stregoni. E non crediamo neppure a quei pastori irresponsabili che fanno portare i malati nelle loro chiese promettendo di guarirli con il digiuno e la preghiera”.

 

Il sito di Irin, una rete indipendente di giornalisti specializzati nelle questioni umanitarie e dei diritti delle popolazioni locali, basata a Nairobi, e già organo dell’Ufficio Affari Umanitari dell’Onu, ci informa su questa e altre iniziative prese dalle chiese congolesi per contrastare Ebola.

Nelle scuole elementari i maestri fanno lavare accuratamente le mani ai loro alunni prima di entrare in classe, e poi fanno cantare loro delle canzoni in cui si dice: “Ebola, vattene via. Io so come combatterti. Io non mi lascerò ingannare. Tutti insieme, tutti uniti, ascoltando i consigli dei nostri infermieri, sconfiggeremo Ebola!”

La campagna di vaccinazioni è cominciata due settimane fa. Nelle due città è stato abbastanza facile reperire tutte le persone che hanno avuto un contatto con gli infetti, ma nelle zone rurali, là dove il virus è apparso, è più difficile. C’è il problema di percorrere pessime strade sterrate, garantendo che il vaccino sia conservato a  una temperatura di alcune decine di gradi sottozero. E la popolazione non sempre collabora nel fornire la liste delle persone che hanno avuto contatto con i malati. Purtroppo le credenze tradizionali sono più forti dei messaggi trasmessi dalle autorità sanitarie. E poi anche la riluttanza tra il personale sanitario, come è ill caso di Marthe Bomboka, un’infermiera sulla cinquantina dell’ospedale Wangata, dove sono stati ricoverati i primi casi di Ebola: “I miei colleghi che si sono sottoposti alla vaccinazione hanno accusato diarrea, vomito, emicrania. Io non voglio soffrire delle stesse conseguenze. Non voglio vaccinarmi.”

A Mbandaka e Bikoro la gente deve affrontare anche la fiammata dei prezzi dei generi di prima necessità, provocata dalle misure di isolamento. E si lascia tentare dalle parole di pastori ciarlatani, come Jean-Pierre Elumba, che arringa così i suoi fedeli: “La cosiddetta Ebola altro non è che  un’invenzione dei bianchi per controllare le risorse dell’Africa. È una maledizione di Dio per la nostra condotta malvagia. La soluzione di Ebola sta nelle nostre preghiere di pentimento, e non nel lavarsi le mani.” Spera in questo modo di allontanare questo flagello che rende complicata la vita di tutti i giorni.

E contro queste false opinioni, contro una certa diffidenza della popolazione verso il vaccino, contro la riluttanza ad adottare misure di prevenzione durante le elaborate cerimonie funebri, la radio locale entra in azione. Sfruttando la sua audience e l’influenza che ha sull’opinione pubblica, la radio cerca di correggere bufale e  pregiudizi, proponendo un’informazione obiettiva. E lo fa mobilitando figure famose dello sport e dello spettacolo.

I giornalisti non si stancano di spiegare in lingua locale, facendo ricorso anche al patrimonio letterario orale, le misure pratiche di prevenzione e di lotta. E le compagnie di teatro popolare sono pure impegnate nel realizzare sketch a favore della campagna contro Ebola, che la radio diffonde in tutta la Provincia.

Un’altra strategia è quella usata dall’Ong Oxfam: ha sottoscritto un contratto con la compagnia telefonica congolese per effettuare migliaia di chiamate informative agli utenti sulle procedure di prevenzione. Questo mezzo permette di intavolare un dialogo con i cittadini, ascoltare le loro perplessità e preoccupazioni, e fornire loro spiegazioni e rassicurazioni.

Leggi la notizia su Irin