SMA e Africa sono entrate nella mia vita contemporaneamente, circa 25 anni fa. Partecipavo, quasi per caso, ad un viaggio di incontro e conoscenza con la realtà delle missioni e ad accompagnare quel gruppetto di giovani (perché allora eravamo giovani) era un padre che non conoscevo, un certo padre D.

Io allora non sapevo nulla delle missioni, se non i nomi dei grandi istituti missionari, quelli noti più o meno a tutti, e qualche racconto di un’amica di famiglia, suora missionaria in Centro America. A quei tempi, però, ero molto piccolo e di quei racconti ricordo poco, giusto qualche immagine. È vero, però, che avevo deciso io per l’Africa, scegliendo fra tre possibilità offerte, in tre continenti diversi.

Già allora, d’istinto, l’Africa aveva qualcosa che mi attirava, pur non avendola mai visitata. Mi ricordo che parlavo con p. D. e che lui mi raccontava della SMA, del suo fondatore e di come aveva impostato l’istituto dandogli una sua connotazione specifica. Sono rimasto affascinato; soprattutto mi sono sentito attratto dalla vita e dal lavoro dei missionari in quelle terre.

Una cosa che mi colpiva particolarmente e che continua a farlo ancora oggi, era la gratitudine della gente per la loro presenza e la loro opera e come questi missionari trovassero pienamente soddisfacente stare lì, malgrado le condizioni di vita molto diverse da quelle europee.

Naturalmente, oggi, la mia riflessione sul senso della missione si è approfondita: non è più solo a livello di emozioni o di “mal d’Africa”. Oggi posso contare anche su un’esperienza di un anno di tirocinio passato in Niger molto più consistente di quel primo piccolo viaggio. Comunque, quando ho scelto l’Africa, tra le diverse opzioni, ho fatto proprio bene!!

Durante quel viaggio in Africa ho trovato anche la SMA, o lei ha trovato me… la SMA mi è subito piaciuta e non ho cercato altro.

È passato tanto tempo e ho fatto tante cose diverse, ma ora sono arrivato alle ultime tappe del mio percorso formativo e con il mio giuramento definitivo verrò accolto nella SMA e prometterò di rimanervi e di aderire alla sua missione, per tutta la vita.

Questo è un passo molto importante, ma anche frutto di un discernimento e sbocco naturale di un cammino consolidato nello studio, nella preghiera e nella vita comunitaria. Ecco perché lo faccio con molta serenità e senza ripensamenti anche se, a dire la verità, un po’ di emozione è normale che ci sia!

È la fine di una fase, quella della prima formazione, ma soprattutto l’inizio di una nuova avventura, una partenza per nuovi orizzonti e, speriamo abbastanza presto, anche per l’Africa.

Davide Camorani