Tanga” in lingua swahili significa “vela”. È anche il nome dato a una nuova casa che accoglie giovani e bambini vulnerabili, in particolare colpiti dall’albinismo, costruita dalla Distretto SMA della Tanzania nella città di Mwanza, in Tanzania. È un luogo dove quattordici ragazze e ragazzi troveranno sicurezza, formazione di alta qualità, buone condizioni di vita, ma soprattutto l’affetto e l’amore di una famiglia.

La violenza contro gli albini nell’ultimo decennio ha subìto un forte aumento in Tanzania. Ci sono stati numerosi attacchi contro di essi: alcuni sono stati mutilati o addirittura uccisi. Questi attacchi sono stati alimentati da un’ideologia mostruosa che afferma che una parte degli organi di una persona albina, usata in alcuni rituali di stregoneria, porterà a qualcuno una fortuna nei propri affari, o anche un successo nelle elezioni.

Un rifugio per centinaia di albini abusati

C’è gente che crede anche che i rapporti sessuali con una donna albina guariscono dall’AIDS. In seguito a questi attacchi, un gran numero di bambini e giovani albini sono stati affidati a dei Centri di accoglienza, già esistenti e gestiti dal governo, o in alcuni casi, da alcune organizzazioni religiose o non governative.

La maggior parte di questi Centri sono sovraffollati, forniscono solo cibo e una parvenza di istruzione formale. Alcuni di questi centri sono stati originariamente costruiti per prendersi cura di handicap di cui soffrono bambini e giovani, e non solo l’albinismo, ma anche cecità, sordità, mutismo.

In seguito alla nuova situazione di violenza, quei luoghi sono diventati rifugio per centinaia di albini. Ad esempio, nel Buhangija Center in Shinyanga, nel momento di maggior affluenza nel 2015, c’erano circa 100 bambini ciechi, sordi e muti e oltre 300 albini. Ovviamente, quei luoghi non erano sufficientemente preparati per soddisfare un numero così grande di nuovi arrivati, ​​e molto spesso diventavano istituzioni imponenti, ma fredde e chiuse, dove non si trasmetteva agli ospiti nessun amore e tenerezza.

Una casa dove vivere in famiglia

In quel contesto, sin dall’inizio del progetto “Tanga”, volevamo che esso fosse una casa e non un’istituzione; una casa con spirito di famiglia, cura e amore. Non è un caso che l’edificio fosse progettato per ospitare quattordici e non quaranta giovani, accompagnati da due tutori permanenti e alcuni volontari. Volevamo che fosse una grande famiglia africana e non un collegio o un dormitorio.

Il nome stesso “Tanga”, “vela”, indica l’obiettivo principale di questo luogo: dotare i bambini e i giovani di buone vele, che diano la giusta direzione alle loro scialuppe di salvataggio, in modo che possano sfruttare il vento favorevole, e navigare lungo il viaggio della vita.

La priorità del nostro progetto è di aiutare i ragazzi più bisognosi, più vulnerabili e più abbandonati, come sono gli albini. Essi non solo devono combattere la terribile ideologia e l’aggressività nei loro confronti, ma lottano anche con molti altri problemi di salute: le difficoltà nella vista, e soprattutto il più pericoloso di tutti, il cancro della pelle, accentuato dal forte sole africano.

Le persone albine in generale hanno meno opportunità di ottenere una buona istruzione e un lavoro. Molti di loro non formeranno mai la propria famiglia.

Reintegrare gli albini nella società

Tanga non sarà solo la casa di un piccolo gruppo di giovani svantaggiati, ma lavorerà per la piena protezione, promozione e integrazione degli albini nella società tanzaniana. Nel fare ciò, vogliamo affrontare le cause profonde della loro esclusione dalla società e la violenza contro di loro, con l’obiettivo di trovare alcune soluzioni concrete a questi problemi e portare un vero cambiamento nella loro vita.

Sarà un centro di varie attività creative, non solo per gli abitanti della casa, ma anche per i bambini e i giovani del nostro vicinato. Abbiamo previsto dei programmi di insegnamento gratuiti, giochi, teatro, concorsi. Sarà un luogo di costruzione di ponti e di integrazione vera e profonda – una casa sulla collina che cerca di fare la differenza.

Dal gennaio di quest’anno, cinque ragazze albine: Kabula, Tatu, Regina, Felisita e Agnes, nonché la loro accompagnatrice e mamma spirituale, Suor Amelia (polacca, appartenente alle Suore di Loreto, associata alla SMA). C’è ancora del lavoro da fare per completare e attrezzare completamente la casa. Stiamo anche cercando di costruire una piccola cappella dedicata a Santa Teresa di Gesù Bambino proprio vicino alla casa.

La barca può dispiegare le vele e iniziare il viaggio!

Ci attendono compiti certamente impegnativi, ma ciò che è più importante dei lavori di costruzione e della ricerca di fondi è costruire una vera famiglia. La barca con la vela chiamata “Tanga” sta partendo per il viaggio della vita, dal porto di Mwanza verso gli orizzonti illimitati, per portare i nostri bambini e giovani verso la realizzazione dei loro sogni.

La vela è dispiegata, è ora di iniziare il viaggio…

P. Janusz Machota
Provincia SMA della Polonia

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