Saba Anglana è nata nel 1970 a Mogadiscio, in Somalia, da padre italiano e da madre etiope. È cantante, attrice e scrittrice.
Ha vissuto in Somalia fino all’età di cinque anni, quando, nel 1975, il regime di Mohamed Siad Barre, sospettando la sua famiglia di spionaggio, li costringe ad abbandonare il paese e a riparare in Italia, a Roma.
Si è laureata all’Università la Sapienza in Storia dell’Arte.
I suoi album musicali, distribuiti in più di 60 paesi, compongono idealmente il suo albero genealogico, tra Italia e Africa Orientale.
Nei suoi concerti, la musica si mescola alla narrazione, a memorie singolari e collettive, e persino alla riflessione sul significato delle parole, creando un’esperienza immersiva e densa di significato.
Come autrice, tra i diversi lavori, ha portato in scena il suo monologo teatrale Mogadishow e lo spettacolo musicale Abebech – Fiore che sboccia. Storia di identità, preghiera e guarigione.
Saba Anglana è un’artista poliedrica, narratrice di storie intrecciate tra mondi, ha saputo trasformare la sua identità cosmopolita in un’arte che fonde linguaggi e culture.
Nel 2007 è uscito un suo racconto nella serie Made in Italy, sul quotidiano Il Manifesto.
Nel 2024 il suo esordio letterario, La signora meraviglia (Sellerio): “Il romanzo segue due fili narrativi e temporali come in un gioco di specchi, per accompagnarci a vedere l’universalità del tema dell’identità (Igiaba Scego)”.
Un uomo insegue una giovane, poco più di una bambina, che corre disperata per salvarsi la vita. Lui è somalo, lei etiope, si chiama Abebech, e verrà abbandonata in Somalia con una figlia e un vuoto incolmabile dentro di sé. Nel 1938 l’Africa Orientale Italiana è un regno coloniale, un nuovo impero nato da pochi anni. Molti decenni dopo, nel 2015 a Roma, Dighei è una signora etiope dal carattere ribelle. Ha bisogno di prendere la cittadinanza, il governo ha imposto nuove regole per gli stranieri, anche per chi è in Italia da quarant’anni insieme al resto della famiglia. La nipote Saba aiuta la zia a muoversi nella burocrazia di una città faticosa e contraddittoria: dipendenti comunali confusi, documenti impossibili da reperire, barriere di ogni tipo, situazioni talmente assurde da diventare comiche. Questo percorso frustrante alla ricerca della agognata signora Meraviglia – come in casa chiamano la cittadinanza italiana – si rivela decisivo per comprendere la natura di un turbamento che da nonna Abebech fino a Saba stessa ha infestato tutte loro.
Dal passato emerge la storia di una famiglia sin dall’inizio sradicata: Abebech giunge a Mogadiscio seguendo il caso e la necessità, e in ascolto dei presagi di un indovino. Qui conosce il suo futuro marito e finalmente, con i loro otto figli, sembra possibile una parvenza di felicità, di serenità familiare. Almeno fino a quando Abebech non inizia a scivolare in un abisso dove le parole e il senso della vita svaniscono. Forse è posseduta da uno spirito pericoloso e inquietante, che solo una donna può aiutarla ad affrontare. Questa donna ha un nome che tornerà molti anni dopo: Wezero Dinkinesh, letteralmente signora Meraviglia.
Un memoir pieno di dolcezza, di ironia. Nelle sue pagine, che si muovono tra il presente e la Storia, tutto è nuovo, diverso, inaspettato: gli spettri esistono davvero, il dolore viene condiviso senza vergogna, la violenza del passato si può disinnescare, tramutandola in una energia inattesa.
Il prossimo 12 maggio libro sarà tra i finalisti del Premio Strega 2025.
A cura di Maria Ludovica Piombino
Biblioteca africana Borghero