I primi passi di p. Lorenzo Snider nella sua missione in Liberia. Il ricordo delle sofferenze del passato e i sogni per la missione del futuro

Arrivato da poco in Liberia, passo qualche giorno con p. Gareth Jenkins, della SMA inglese, il decano dei nostri missionari in questo Paese. Giunto qui mentre aspettava un visto per la Nigeria, e rimasto “provvisoriamente” nel paese per quarant’anni, p. Garry, come tutti lo chiamano qui, è la memoria della chiesa e della società della Liberia. Quando ha degli ospiti non smette di raccontare, è un fiume costantemente in piena e carico di energia, nonostante la veneranda età.

Ci sono alcuni episodi che non può tacere, legati alle guerre civili che hanno insanguinato il Paese per tutti gli anni ‘90 del secolo scorso, fino al 2003. Dietro alla missione ci mostra un piccolo memoriale in un campo: qui sono stati bruciati i corpi e sepolti i resti di più di duecento bambini. Sono morti di fame, rifugiati senza mezzi nella cittadina di Tunnemburg (capitale della contea di Bomi) e condannati dagli stenti vent’anni fa. Poi le tombe delle suore americane uccise dai ribelli durante la guerra. Non ci sono parole, solo timide preghiere che si innalzano da quei luoghi. Passiamo oltre, facendo fatica anche solo ad immaginare quello che la gente ha vissuto in queste terre, e quali siano le ferite che ancora li abitano.

Se p. Garry, con i suoi 77 anni, rappresenta la memoria della chiesa e della SMA in Liberia, il distretto (così si chiama dopo la trasformazione delle strutture voluta dall’Assemblea Generale 2019) è caratterizzato dalla presenza di molti giovani confratelli. Dal 17 al 20 febbraio abbiamo celebrato la prima assemblea del Distretto Liberia, moderata da p. Narcisse Seka, provinciale SMA nella vicina Costa d’Avorio. Ci sono una quindicina di preti SMA di sette nazionalità diverse che lavorano qui. I tre missionari originari della Liberia (due preti ed un diacono) vivono il loro ministero in altri Paesi africani: uno di loro è presente, p. Francis, venuto dal Ghana. Siamo ospiti della parrocchia di Sanniquellie, nel nord-est del paese.

Ci siamo fermati per sognare e immaginare il futuro della missione della SMA nel Paese, nella prima evangelizzazione, nel servizio ai poveri ed alla Chiesa locale, nel desiderio di una maggiore fedeltà al Signore e di unità tra noi. Trasformare le parole in fatti poi non sarà facile, visto, come è risaputo, che in mezzo c’è il mare della nostra testardaggine.  Per ora sono obbligato, anche mio malgrado, a ritornare bambino per imparare qualche parola in kissi e decifrare l’inglese liberiano. Con me vi salutano l’infaticabile p. Walter, p. Eric ed Alexandra, la laica missionaria portoghese.

Liberia – post Ebola