A dispetto del nome, questo antichissimo luogo spirituale non si trova in Congo, bensì nell’attuale Angola. Sebbene siano rimaste solo le vestigia, la Cattedrale del Santissimo Salvatore riveste un’importanza particolare, poiché fu la prima sede episcopale in Africa a sud dell’Equatore.

Le fonti storico-archeologiche indicano come datazione la seconda metà del XVI secolo. La sua storia è strettamente collegata alle vicende del Regno del Congo, sorto nel XIV secolo.

Considerato uno dei più grandi Imperi nati in Africa, la sua epopea si concluse nel XIX, a seguito del colonialismo europeo e della spartizione dell’Africa. Capitale politica e spirituale fu Mbanza Kongo. È proprio in questa città, nel nord dell’Angola, che si trovano le vestigia della Cattedrale del Santissimo Salvatore del Congo. Un luogo definito “cuore identitario dell’Impero”, poiché adiacente alla Cattedrale vi è il cimitero dei sovrani di tale Regno; sono state poi rinvenute varie tombe di notabili e nobili.

Mbanza Kongo, arroccata su un altopiano a 570 m di altitudine, venne edificata tra il XIII e il XIV secolo. Grazie a una serie di scavi archeologici, si è scoperto che sull’altopiano su cui si trova Mbanza Kongo, vi era un bosco sacro in cui si svolgevano rituali animisti legati alla presenza degli antenati.

Vi era poi il luogo dove venivano sepolti i regnanti. L’antica città era stata edificata in un sito strategico, sia per l’ubicazione, sia per la presenza di numerose fonti d’acqua. La struttura di Mbanza Kongo era caratterizzata da una sorta di cerchio, al centro del quale sorgeva la casa reale e attorno ad essa vi erano le abitazioni dei dignitari. Vi era inoltre uno spazio pubblico – che oggi chiameremmo piazza – dove si svolgevano varie cerimonie.

Il Regno del Congo riuscì ad ampliare enormemente la sua autorità politica e religiosa, tanto che alla fine del XV secolo, si estendeva dall’oceano Atlantico, a ovest, fino al fiume Kwango, a est, al fiume Kwanza, a sud, e al fiume Ogooué, a nord. Ciò fu possibile grazie ai commerci, a un buon sistema economico agricolo, minerario e artigianale, e a una gestione saggia del potere.

La consacrazione della Cattedrale nel 1596

le vestigia della Cattedrale del Santissimo Salvatore

Nel 1482, i portoghesi giunsero alla foce del fiume Congo. Inoltrandosi nei vasti territori scoprirono il centro urbano di Mbanza Kongo.

Il loro arrivo portò con sé l’introduzione della religione cristiana, tanto che il re del Regno del Congo all’epoca in carica, si convertì proprio al cattolicesimo e venne battezzato col nome di Giovanni I. Furono comunque mantenute le tradizionali pratiche religiose di stampo animista.

Suo figlio, Mvemba Nzinga – che poi prese il nome di Alfonso I – intensificò gli accordi con i portoghesi. Vennero sviluppati i commerci (incluso quello degli schiavi), furono inviati giovani del posto in Europa e fu accordato ai missionari di entrare nel vasto territorio del Regno del Congo. Grazie a questi accordi furono edificate scuole e numerose chiese.

Nel 1596 venne consacrata la Cattedrale del Santissimo Salvatore. La conversione al cristianesimo dei sovrani del Regno del Congo permise di intessere rapporti privilegiati con il Vaticano, tanto che nel 1608, il Papa accreditò a Roma il primo ambasciatore di uno stato dell’Africa sub-sahariana. Qualche anno dopo, nel 1624, fu pubblicato il primo catechismo in kikongo (idioma locale diffuso ancora oggi non solo in Angola, ma anche in Congo, nella RDC e in Gabon). La cittadina di Mbanza Kongo divenne così il centro privilegiato per la diffusione del cristianesimo nell’Africa centrale e meridionale.

La tratta degli schiavi

I coloni portoghesi sfruttarono abilmente i rapporti diplomatici con i sovrani del Regno del Congo per gettare le basi di un lucroso commercio degli schiavi. Nel vasto territorio di questo Regno trovarono un ricco bacino di giovani uomini e donne, che furono poi ridotti in schiavitù. Privati della loro libertà, vennero spediti nelle colonie portoghesi del Sud America. Senza gli schiavi africani, l’economia coloniale non avrebbe potuto svilupparsi così come è avvenuto. Così come non avrebbero potuto realizzarsi quelle contaminazioni culturali frutto dell’incontro delle tradizioni africane con le usanze dell’America Latina.

Sito protetto dall’Unesco

Mbanza-Kongo e le vestigia della Cattedrale del Santissimo Salvatore del Congo sono state iscritte, nel 2017, nella lista dei siti patrimonio mondiale dell’Unesco. Tale scelta deriva da più fattori. In primis, perché Mbanza Kongo fu la capitale di uno dei più grandi e duraturi Regni dell’Africa meridionale. Inoltre, la città divenne un centro molto importante per gli influssi del cristianesimo. Infine, perché da qui partirono milioni di schiavi verso i Caraibi e le Americhe. Le loro espressioni culturali e le loro tradizioni, contribuirono a plasmare la cultura stessa dei paesi che li accolsero e sfruttarono.

a cura di Silvia C. Turrin

foto: Unesco.org