Chinua Achebe è nato ad Ogidi nel 1930. Nigeriano di etnia Ibo, ha studiato all’Università di Ibadan e di Londra, come molti altri intellettuali divenuti poi grandi nomi della letteratura africana, Wole Soyinka (Nobel per la letteratura nel 1989), Elechi Amadi, Flora Nwapa e Cyprian Ekwesi.

Nel 1958 pubblica Things fall apart (Il crollo, Edizioni e/o). Da allora è stato tradotto in più di cinquanta lingue ed è considerato il capostipite del romanzo africano. Il crollo, l’incontro tra il mondo tradizionale e quello europeo, è il primo romanzo in cui la storia africana è affrontata da un punto di vista africano.

Dopo la pubblicazione e l’enorma successo de Il crollo – al quale sono seguiti gli altri due romanzi, Dove batte la pioggia e La freccia di Dio, che compongono la trilogia avente per protagonista una stessa famiglia del gruppo Ibo  – Achebe comincia ad occuparsi di televisione, giornalismo e critica letteraria, fondando la African Writer Series, una collana pubblicata da Heinemann, strumento poi fondamentale nell’evoluzione e nella diffusione della letteratura africana postcoloniale.

Durante la guerra civile (1967-1970), si è schierato a favore del Biafra, diventandone ambasciatore. La guerra e gli orrori vissuti hanno segnato profondamente i suoi romanzi, come è poi accaduto a molti altri scrittori nigeriani. Gran parte dell’opera d Achebe è incentrata sulla denuncia della catastrofe portata in Nigeria prima dal colonialismo e poi dai regimi corrotti succedutisi dop l’Indipendenza (1960).

Ha espicitamente denunciato la visione razzista che l’occidente ha avuto nel costruire l’immagine dell’Africa e questo suo rapporto conflittuale con il mondo occidentale gli ha precluso il Nobel.

Ha ricevuto più di trenta lauree honoris causa da diversi paesi ed innumerevoli premi letterari. Con Chinua Achebe ha avuto inizio un genere di romanzo totalmente nuovo, per la lingua (all’inglese colto si alternano l’ibo e il pidgin english) e per i temi (la Nigeria e i mondi ibo e yoruba vengono descritti con un’attenzione verista e con contrasti paradossali).

Il suo è un romanzo altissimo per stile e tecniche letterarie e contemporaneamente specchio socio-etnografico di un mondo in forte cambiamento. Muore il 21 marzo del 2013 a Boston, negli Stati Uniti, dove ha vissuto e insegnato dal 1990.

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A cura di Ludovica Piombino, Biblioteca Africana Borghero

Foto: Wikimedia; FlickrCc Angela Radulescu