Silvia C. Turrin

Gli appassionati di archeologia africana avranno sentito parlare o letto della misteriosa terra di Punt. Definita in passato “terra degli dèi”, Punt per gli antichi Egizi rappresentava un luogo non solo carico di ricchezze, ma anche di spiritualità. Si parla di mistero perché la sua effettiva localizzazione rimane ancora avvolta da enigmi. Tuttavia, grazie a vari studi si è iniziato a far luce su alcuni lati oscuri che ammantano Punt, sito che rimane leggendario.

Scoperte nel tempio della regina Hatshepsut

Rilievo (nel tempio della regina Hatshepsut) che rappresenta la spedizione egiziana nella terra di Punt

Per comprendere l’importanza della terra di Punt per gli antichi Egizi e per la storia dell’Africa occorre osservare attentamente alcuni bassorilievi che si trovano all’interno del tempio funerario della regina Hatshepsut. Quinta sovrana della XVIII dinastia, Hatshepsut salì al trono verso il 1478 a.C. Suo predecessore fu Thutmose II. È considerata, a livello storico, la prima donna di grande rilievo, per questo le testimonianze archeologiche del suo regno sono preziose anche per comprendere le relazioni tra Egitto e la misteriosa terra di Punt. Un’importante spedizione verso questo luogo leggendario venne infatti sostenuta e finanziata da Hatshepsut.

Da questo straordinario viaggio – coordinato dall’alto funzionario Nehesy – la spedizione riportò in Egitto materie preziose, come avorio, ebano e poi spezie. Persino diverse varietà di piante, tra cui l’albero di mirra (Commiphora myrrha), furono trasportate in terra egizia. Di questa straordinaria spedizione rimane appunto traccia sulle iscrizioni dei muri del tempio funerario dedicato alla sovrana Hatshepsut, situato a Deir el-Bahari (sulla riva sinistra del Nilo, non distante dalla Valle dei Re).

Esterno del tempio funerario di Hatshepsut

Vi sono riferimenti ben più antichi collegati alla storia di Punt. È il caso della Pietra di Palermo, così chiamata poiché si trova presso il Museo archeologico Salinas del capoluogo siciliano. La pietra – che è un frammento di una stele in diorite nera – è importante dal punto di vista storico poiché fornisce preziosi elementi legati al periodo dell’Antico Regno della civiltà egizia.

L’enigma dell’effettiva ubicazione di Punt

Dove effettivamente si trovasse la terra di Punt rimane ancora un enigma. Alcuni studiosi – tra cui l’egittologo francese Auguste Mariette – l’hanno situata nell’area tra Eritrea, Somalia e Sudan, in prossimità del mar Rosso. Altri ritengono che potrebbe trattarsi dell’attuale Yemen, considerando alcune merci – come l’incenso e le spezie – menzionate fra gli scambi commerciali all’epoca dell’antica civiltà egizia.

Altri ancora ritengono che l’ubicazione di Punt si debba rintracciare nella zona dell’Africa equatoriale. Questa posizione venne sostenuta, tra gli altri, dallo storico Cheikh Anta Diop il quale basò la sua tesi analizzando le incisioni e gli affreschi egiziani. Dalle rappresentazioni si può notare una lussureggiante vegetazione, collegabile appunto all’area equatoriale africana. In particolare, sarebbe la regione dei Grandi Laghi la zona dove un tempo prosperò Punt. A questa conclusione giunse l’egittologo Coovi Rekhmiré, analizzando alcuni bassorilievi nel tempio di Hatshepsut, che raccontano di foreste e laghi. Viene addirittura citato il lago Tanganica.

Sono stati anche creati riferimenti biblici, che si collegano alla discendenza di Noè. In particolare, ci sarebbe un nesso tra la terra di Punt e il terzo figlio di Cam, ovvero Phut. Ma anche su questo punto rimangono dubbi e controversie, poiché il nome di Phut viene associato alla terra dei Berberi.

L’unica certezza è che nuove ricerche archeologiche dovrebbero essere portate avanti, utilizzando le tecnologie più avanzate, per far luce sui numerosi enigmi che ruotano ancora attorno alla Terra di Punt.

Foto: wikimedia.org