Amadou Hampaté Bah racconta, nelle sue memorie, il metodo che il suo Maestro utilizzava per insegnare il Corano. Scriveva su una tavoletta un versetto, poi inviava lo scolaro nel cortile dove doveva cantarlo 300 volte. Così imparava a memorizzarlo, e poco alla volta il testo sacro entrava nella sua mente.

Lo stesso metodo è ancora attuale e si utilizza nelle scuole hausa di Kano, in Nigeria.

Ecco il percorso tipico di un giovane, descritto da Amadou Hampaté Bah:

“Muhammadu… si svegliava ogni giorno alle 3 del mattino e studiava sulla sua tavola fino alle 7 del mattino, facendo solo una piccola pausa per la preghiera dell’alba. Dopo aver riposato fino alle 10 del mattino, si isolava sotto una capanna improvvisata nella boscaglia, con la sua tavola.
Lì, ripeteva la sua lezione fino a 300 volte, prima di tornare in città poco prima della preghiera del tramonto. Dopo il tramonto, si sedeva con i suoi compagni per una sessione di lettura del Corano da un manoscritto.
Ogni giorno gli studenti (i gardawa) scrivono sulla loro tavola una nuova porzione di testo… La leggeranno e la rileggeranno, fino a quando non saranno sicuri di averla memorizzata. Poi, laveranno via l’inchiostro e scriveranno una nuova porzione.
Tutto questo scrivere, memorizzare, lavare via e riscrivere può tenere occupato uno studente fino a 18 ore al giorno per diversi anni.”

Alla fine dei corsi sono rilasciati dei diplomi che sono spesso decorati con miniature diventando delle opere d’arti.

Partendo dalle tavole di legno utilizzate nei diversi gradi di apprendimento del Corano, si passa a quelle decorate utilizzate come diplomi di fine ciclo. Da queste scuole escono Corani manoscritti completamente miniaturizzati che sono degli autentici capolavori di cesello.

In queste scuole ci sono poi degli specialisti nelle scienze esoteriche che producono delle tavole talismaniche in metallo o pelli taumaturgiche per la protezione delle persone o delle case.

L’idea sottesa è che la Parola di Allah sia disponibile direttamente ai credenti in una scrittura che affonda le sue radici nella cultura islamica.

Queste note sono tratte dal volume che ha accompagnato la mostra di Napoli, “Nel nome di Dio Omnipotente. Pratiche di scrittura talismanica dal nord della Nigeria”, organizzata da Gigi Pezzoli e Andrea Brigaglia nella Cappella Palatina del Maschio Angioino. 
Il volume e la mostra presentano uno spaccato della cultura materiale e simbolica dello scrivere in una specifica area geografica, prevalentemente hausa e musulmana.  La mostra e il volume nascono su iniziativa di Andrea Aragosa che ne è il produttore per Black Tarantella

P. Silvano Galli

Le foto: messe a disposizione dai curatori della mostra nel sito Exibart.com (in caso di violazione di copyright, si prega di farci giungere la segnalazione e provvederemo immediatamente a rimuoverle)

Il catalogo della mostra scaricabile gratuitamente dal sito: blacktarantella-art.it