L’alba dell’evangelizzazione

Preoccupati di portare il vangelo nelle nuove terre, dei preti portoghesi percorsero le coste dell’attuale Ghana fin dal 1482, ma con pochi risultati. Il nascente commercio degli schiavi scoraggiava i nativi a lasciarsi avvicinare dai missionari bianchi. Altri sforzi per la creazione di missioni stabili sulla Gold Coast furono intrapresi dagli Agostiniani tra il 1572 e il 1576, poi nel secolo seguente dai Cappuccini (1637–84) e dai Domenicani (1687–1704). Essi si dedicavano essenzialmente all’assistenza religiosa degli europei presenti.

Tra il 1679 e il 1682 la missione di Accra fu amministrata da un prete africano, portatovi dai portoghesi dopo che questi ebbero recuperato dai danesi il Forte di Osu. Probabilmente originario del Regno di Angola e Congo, come altri preti ordinati da vescovi portoghesi, rimase ad Accra per tre anni. Ma tutti questi progetti non diedero risultati duraturi. Le difficoltà a cui dovevano confrontarsi erano molteplici: l’ostilità delle tribù locali, spesso in lotta tra di loro, le diverse lingue parlate dai nativi, il clima insano per gli europei, ma soprattutto la contro testimonianza del commercio degli schiavi praticato dagli europei che si dichiaravano cristiani.

Missionari SMA arrivano in Ghana

Per ritrovare una presenza stabile della Chiesa cattolica in Ghana, bisogna fare un salto fino al 1880, quando due missionari della SMA, p. Moreau e p. Murat, arrivarono ad Elmina con l’obiettivo di rimanervi per organizzare l’evangelizzazione del territorio. Nel 1842 la Santa Sede aveva creato il Vicariato Apostolico delle “Due Guinee”, di cui faceva parte la Gold Coast. Nel 1879 quest’ultima diventa Prefettura Apostolica, affidata proprio ai missionari della SMA, che dal 1861 operavano sulle coste del Golfo di Guinea.

I due missionari non risparmiarono energie: aprirono scuole e ambulatori, costruirono cappelle, crearono aziende agricole per insegnare nuove tecniche di coltivazione e dare un sostegno economico alle missioni, tradussero il catechismo nelle lingue locali, fanti e altri dialetti akan parlati a Elmina. Nel 1893 aprirono la missione di Accra, e iniziarono l’evangelizzazione delle regioni interne, fino al grande Nord.

La Chiesa, baluardo di difesa dei diritti umani

Durante gli anni turbolenti dei colpi di stato e dei regimi militari, la Chiesa cattolica è sempre stata un baluardo nella difesa dei diritti umani e delle libertà fondamentali, anche a costo di subire persecuzione, come accadde nel 1985, in cui fu obbligata a chiudere il suo settimanale Catholic Standard, unica voce rimasta libera, e a sottomettersi a noiosi processi di controllo delle sue attività socio-educative.

La Commissione nazionale di Giustizia e Pace è sempre stata attiva nel sensibilizzare l’opinione pubblica su temi di interesse nazionale, come il rispetto per la vita nei programmi statali di pianificazione familiare, l’equità e la trasparenza nell’economia per moderare le spinte liberiste, la promozione della donna, il pericolo dell’inquinamento, la desertificazione delle regioni del Nord, la corruzione nella politica.

Fondamentale fu il documento che i vescovi pubblicarono nel 1991, durante il rigido regime militare di Rawlings: “La Chiesa cattolica e la ricerca di un nuovo sistema democratico”. In esso si difende strenuamente il rispetto dei diritti fondamentali della persona, si auspicava il recupero di antiche norme socio-politiche della tradizione ghanese, da armonizzare con il sistema giuridico moderno, si richiedeva la garanzia costituzionale della libertà di stampa. La nuova Costituzione democratica del 1992 ha recepito gran parte delle raccomandazioni di questo documento.

Il Cardinale Peter Porekuu Dery

Almeno un nome deve essere ricordato: il Cardinale Peter Porekuu Dery. Svolse un ruolo preminente nel mantenere la Chiesa fedele ai suoi principi, senza cedere alla tentazione dei privilegi offerti dai governi. Originario della Upper West Region, fu il primo della sua etnia dagau e di tutto il nord del Ghana ad essere ordinato prete. Nel 1977 divenne il primo Arcivescovo di Tamale, rimanendovi fino al 1994. Presiedette la Conferenza Episcopale dal 1982 al 1988. Papa Benedetto XVI lo elevò al rango di Cardinale nel 2006, e morì due anni dopo, novantenne.

Nel 2013 la Chiesa ghanese ha introdotto la sua causa di canonizzazione, ed oggi è venerato con il titolo di “Servo di Dio”. Indimenticabile il suo insegnamento a favore di un ruolo attivo dei cristiani nella promozione dello sviluppo integrale, che mette al centro gli ultimi della società, in particolare le donne, tanto disprezzate nel nord del Ghana, e a favore del dialogo inter-religioso come modello di pace e coesione per il Paese.

Foto: Vaticannews