Il tempo dell’Avvento è un tempo di grazia, perché è uno dei momenti salienti della Chiesa. È un tempo speciale in cui Dio ci ricopre di benedizioni. Pertanto, è un momento gioioso mentre attendiamo il nostro Salvatore Gesù che verrà a spezzare i nostri legami con il male e ad asciugare le nostre lacrime.

Verrà a donarci la libertà e la vita, come Lui stesso dice: “Sono venuto affinché gli uomini abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10). Anche per questo è un tempo di grande speranza.

Tuttavia, è importante rivisitare la nostra comprensione della speranza. La nostra speranza non deve essere solo passiva, ma deve essere anche attiva. Ecco perché il tempo dell’Avvento è un tempo di preparazione. È un tempo d’azione, che chiede il coraggio di intraprendere cambiamenti importanti e decisivi nella nostra vita, nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità per far emergere nuove umanità.

L’obiettivo è lavorare per far nascere qualcosa di nuovo, qualcosa di bello e di buono, soprattutto per la missione in Africa, che resta la nostra ragion d’essere. L’Africa, la nostra terra di missione e la nostra missione in Africa hanno bisogno di un nuovo slancio, di una nuova speranza che si radica in azioni coraggiose e profetiche. È questo spirito che deve animare le nostre azioni, soprattutto per la nostra famiglia SMA che si è già messa in marcia per le celebrazioni della prossima Assemblea Generale nel 2025.

Se la speranza del Natale ci invita all’azione, questa azione deve essere fatta in spirito di sinodalità, come ci ricorda continuamente Papa Francesco. Un’azione che ci invita a prendere in considerazione tutte le azioni, per quanto piccole possano essere, affinché possiamo costruire insieme questo mondo nuovo che Cristo viene a inaugurare.

Teniamo lo sguardo sempre fisso verso il Signore, con i nostri piedi in cammino sui sentieri che questo sole nascente illumina nella notte del nostro mondo.

Felice e fruttuoso periodo dell’Avvento!

Padre Fabien SOGNON, SMA

SMA INTERNATIONAL

(Traduzione dal francese a cura di Silvia C. Turrin)