In molte parrocchie delle Diocesi di Milano, in questi anni, generazioni e generazioni di ragazzi cresimandi, e i loro genitori, familiari, parenti e amici, hanno avuto la bella esperienza di aver ricevuto il dono dello Spirito Santo dal Vescovo africano di Djougou (Nord del Benin), che da tutti era chiamato “don Paolo”.

Il Vescovo amico delle nostre parrocchie, il Vescovo sempre gioioso che concludeva le celebrazioni dell’amministrazione della S. Cresima con un coinvolgente canto africano. Il Vescovo con il quale si è creata una sorta di gemellaggio: tra la Sua Diocesi e le nostre parrocchie brianzole, che con grande generosità hanno sostenuto le comunità beninesi con una serie di interventi e di aiuti.

Don Paolo era il vescovo dalla profonda e semplice umanità che non si vergognava di raccontare come da tempo fosse colpito dalla malattia e ci aggiornava sull’andamento delle sue terapie ed esami che periodicamente veniva ad effettuare in Italia.

Era il Vescovo che ci informava sulle sue attività pastorali in una terra, la sua, il Benin, dove la convivenza dei cristiani con i musulmani è faticosa, rendendoci edotti sull’arduo cammino del dialogo e della collaborazione interreligiosa. Il Vescovo che proprio nella sua terra ha rischiato più volte la vita per l’intransigenza religiosa. Il Vescovo dalla fede fiduciosamente incrollabile anche davanti a diverse prove e sofferenze che hanno toccato la sua famiglia e la sua vita.

Così diceva in un’intervista: “La più grande liturgia che si possa celebrare al Signore è quella della nostra stessa vita e della nostra persona, offerte in dono”.

La sofferenza è sempre una grande prova, e rischia di sconvolgerci – continuava Mons. Vieira. L’ho provata, l’ho vissuta. Ma con la grazia di Dio e l’aiuto dato dalle preghiere dei tuoi fratelli, allora arrivi ad accettare la sofferenza pensando alla croce di Cristo, alla sua stessa sofferenza, allora arrivi a trasformare la sofferenza in un cammino di fedeltà verso Gesù Cristo. Perché la prima grazia che mi è stata donata, è stato un nuovo affermarsi della mia fede”.

Il Vescovo racconta anche del senso di ribellione che l’ha colto apprendendo della malattia: “Ho pensato a Santa Teresa d’Avila e ho detto al Signore: se è così che tratti i tuoi amici, non mi sorprende che tu ne abbia così pochi!”, preoccupato che essa interrompesse la mia missione nella diocesi di Djougou.

Ribellione superata in una notte di preghiera: “Stavo lì, tutto solo, alle cinque del mattino. La mia preghiera era il mio sguardo posato sul tabernacolo, la croce e la Vergine. Come un’altalena, i miei occhi si spostavano dal tabernacolo alla Vergine, passando per la Croce, che si trovava in mezzo. Ad un certo punto, il mio sguardo si è arrestato sulla Croce e mi sono detto: ed Egli, dunque? Si è forse interrotta la sua missione, per il fatto di essere stato sulla Croce? No di certo; al contrario. Ho sorriso e mi sono sentito cogliere da un vero senso di pace. Allora ho detto: ‘Signore, accetto tutto questo e mi affido a te’. Ed ecco: questa è stata la mia forza.

Il vescovo Mons. Vieira, che per tutti era semplicemente don Paolo, giovedì 21 marzo 2019 è improvvisamente ritornato alla casa del Padre,  mentre si curava nell’ospedale di Carate Brianza (MB).

Nato il 1 Gennaio 1949, il Vescovo Paul Kouassivi Vieira è stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1975 da San Paolo VI a Roma. Dopo aver servito per alcuni anni come segretario il Cardinale Bernardin Gantin a Roma, è tornato nel suo paese per essere prima Rettore del Seminario minore di San Giuseppe di Adjatokpa e poi del Seminario Maggiore Saint Gall di Ouidah.

Il 28 maggio 1995 è stato nominato Vescovo di Djougou da San Giovanni Paolo II e consacrato Vescovo il 10 giugno 1995 da Sua Eminenza Bernardin Gantin a Djougou. Nonostante la sua malattia, la sua morte è stata inattesa e ci ha lasciato tutti sorpresi, ma la sua testimonianza resterà per sempre nella nostra memoria e la sua benedizione più volte data alle nostre comunità, e in particolare alla parrocchia di Carate Brianza, dove il legame era fortissimo soprattutto con l’Associazione Amici del Benin fondata da Monsignor Emiliano De Vitali (che vogliamo ricordare come un maestro e suggeritore di quella giusta imprenditorialità dei preti ambrosiani), legame e collaborazione che hanno portato frutti indiscussi quali: la costruzione dell’Episcopio di Djougou con tutte le attrezzature connesse, 25 nuove chiese ristrutturate o costruite nell’arco di 24 anni, e in più una scuola materna, una centrale elettrica, un panificio, e tanto altro.

Il discorso dell’Ambasciatore del Benin presso la Santa Sede, tenuto durante i funerali celebrati a Carate Brianza il 27 marzo 2019

Valentino Del Grande, Console del Benin per il Nord Italia

Nella galleria: le foto dei funerali di Mons. Vieira in Benin; l’annuncio funebre dato a Carate Brianza (MB), suo paese di adozione