In Burkina Faso, è stato inaugurato il mausoleo dedicato a Thomas Sankara (1949 – 1987), figura burkinabé ancora oggi amata e ricordata nella “terra degli uomini integri” (così significa il nome dello Stato, un tempo chiamato Alto Volta).

Il sito è stato realizzato a Ouagadougou, capitale del Paese. Alla cerimonia inaugurale, svoltasi il 17 maggio 2025, hanno partecipato i primi ministri del Senegal e del Ciad, oltre che il Premier burkinabé Emmanuel Ouédraogo, il quale ha sottolineato come il mausoleo non sia solo un semplice edificio commemorativo, bensì uno spazio di risveglio collettivo.

Il luogo dove è situato non è stato scelto a caso, perché è proprio il punto in cui Thomas Sankara e i suoi 12 compagni, vennero assassinati durante il colpo di stato che portò al potere Blaise Compaoré il 15 ottobre 1987.

Sankara fu la voce del popolo, della povera gente, di chi subiva la corruzione e i privilegi di amministratori e politici burkinabé, servili con le nazioni straniere.

Tre anni prima di venire assassinato, davanti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, Sankara pronunciò queste parole:

«Vengo a portarvi il saluto fraterno di un paese di 274mila chilometri quadrati, dove sette milioni di bambini, di donne e uomini si rifiutano ormai di morire d’ignoranza, di fame e di sete[…]».

Un altro suo storico discorso, incentrato sul debito dei paesi africani, lo tenne all’Assemblea dell’OUA ad Addis Abeba.

Sankara, spesso definito rivoluzionario, è stato un uomo incorruttibile, ben saldo nei principi e nei suoi ideali, un uomo davvero “integro”, per citare ancora il significato del nome Burkina Faso.

Sankara credeva nella libertà e nella giustizia sociale; anelava una vera, equa distribuzione della ricchezza per il popolo burkinabé, senza mai più sottostare al liberismo globale imposto da nazioni straniere, causa principale della povertà nei paesi del Sud del mondo.

Il sogno rivoluzionario di Sankara e compagni venne dunque spezzato quel 15 ottobre 1987, per volere di Compaoré, sostenuto da altre figure africane corrotte, e aiutato dalla CIA e dall’amministrazione statunitense dell’epoca (presidenza Reagan); talune fonti incolpano anche il governo francese di allora capeggiato da Mitterrand.

Un mausoleo intriso di simbolismi

Ritornando al mausoleo… L’opera è frutto dell’architetto burkinabé Francis Kéré, vincitore del prestigioso Premio Pritzker nel 2022.

L’edificio, costruito con blocchi di laterite squadrati, è progettato con una forma particolare, quella di un occhio, alto più di 70 metri, con una rampa monumentale e gradini discendenti che rappresentano i 13 martiri assassinati.

Oltre a voler simboleggiare il trionfo della rivoluzione sull’imperialismo – in realtà una rivoluzione mancata considerate le condizioni socio-economiche del popolo burkinabé a seguito dei continui colpi di Stato – riflette un modello ecologico, basato sull’uso delle risorse locali al fine di perseguire uno sviluppo sostenibile del Burkina Faso.

All’interno del mausoleo si trovano le spoglie dei 13 uomini assassinati, disposti da nord a sud; la tomba di Thomas Sankara è al centro, circondata da quelle dei suoi compagni: sei a sinistra e sei a destra. La luce interna è suggestiva, grazie alle tredici persiane che lasciano filtrare in maniera singolare i raggi del sole.

Il mausoleo dedicato a Sankara e compagni è solo il primo edificio di un grande complesso, che prevede, la costruzione di una casa-museo, di una biblioteca e mediateca, di una sala espositiva e di un parco dedicato sempre a Sankara.

Da notare, l’assenza alla cerimonia inaugurale del capitano Ibrahim Traoré, che ha preso il potere nel 2022, con un colpo di Stato. Attuale Presidente del Burkina Faso, Ibrahim Traoré afferma di portare avanti l’eredità di Thomas Sankara, ma la sua assenza e soprattutto le sue stesse decisioni e azioni dimostrano il contrario.

Silvia C. Turrin

Foto: DCRP/PRIMATURE; United Nations