Il 18 luglio ricorre il Nelson Mandela Day. Un’occasione per ricordare questa figura-simbolo della resistenza contro l’apartheid e per andare sulle sue tracce nel Sudafrica di oggi.

Il 18 luglio 1918, nacque colui che contribuì a spezzare le catene dell’apartheid in Sudafrica. Il giorno che ha dato i natali al “padre della Rainbow Nation” è stato scelto dalle Nazioni unite – con una risoluzione nel novembre del 2009 – come data significativa per sottolineare il suo impegno e i suoi sacrifici per porre fine alla segregazione razziale. Celebriamo anche noi il Nelson Mandela Day iniziando il nostro viaggio proprio dalla sua regione natale.

La città natale di Mandela

Mvezo si trova nella provincia del Capo Orientale, Eastern Cape (un tempo chiamata Transkei). È qui, in questo piccolo villaggio sorto sulle rive del fiume Mbashe, nel distretto di Umtata, che nacque Nelson Mandela. In questo luogo lontano dai grandi centri e dalla frenesia politico-urbana, caratterizzato da colline, fiumi e valli, è incominciato il cammino di Madiba volto a liberare la sua terra dal razzismo. A una trentina di chilometri da Mvezo, si trova Qunu, cittadina che negli ultimi vent’anni ha letteralmente cambiato volto. Merito della creazione di un museo dedicato a Nelson Mandela. Lo spazio espositivo è stato inaugurato l’11 febbraio 2000. Una data non casuale, perché in quello stesso giorno, 10 anni prima, finalmente Mandela ritrovava la libertà.

Addentrarsi nei luoghi adibiti a esposizione culturale è come fare un salto indietro nel tempo, ripercorrendo la vita di questo grande uomo. Un’esperienza in cui si intrecciano la vita di Madiba (come è familiarmente chiamato dai sudafricani) e la storia della sua terra. Qunu divenne famoso quando Mandela decise di ritirarsi dalla vita pubblica. Una scelta che derivava dal suo profondo legame verso un luogo dove ha trascorso un importante periodo della sua vita.

Come ricorda nell’autobiografia intitolata Lungo cammino verso la libertà:

A Qunu conducevamo vita più modesta, ma fu in quel villaggio nelle vicinanze di Umtata che passai gli anni più felici della mia infanzia”.

In seguito alla sua scarcerazione, Mandela ha voluto che la sua casa da uomo libero fosse costruita proprio a Qunu. Sulla scia di questi rimandi storici e grazie alla popolarità del primo presidente del Sudafrica eletto democraticamente, il flusso di turisti che si recano in questa località è aumentato in modo impressionante.

Il Museo dell’apartheid

È però certamente Johannesburg la città dove meglio si può varcare la porta della storia e ritornare a un’epoca dove razzismo, ingiustizie e sfruttamento imperversavano. Tappa imprescindibile è il Museo dell’apartheid. Qui ci si addentra nell’epoca più buia del Sudafrica: dagli albori della segregazione sino alla separazione razziale; dalla repressione della minoranza bianca alle dimostrazioni di resistenza dei partiti e dei movimenti anti-apartheid, sino a giungere alla liberazione di Nelson Mandela dopo quasi tre decenni di prigionia.

All’interno delle sale museali vi è un’esposizione ad hoc incentrata sul percorso politico di Madiba. Dalla sua iniziale battaglia non-violenta – ispirato ai principi dell’ahimsa diffusi in Sudafrica da Gandhi – al cambio di strategia che lo ha portato a formare l’Umkhonto we Sizwe, il braccio armato dell’ANC.

Dopo 27 anni di detenzione, molti dei quali trascorsi sull’isola-carcere di Robben Island, Mandela fu l’artefice di quei negoziati con Frederik Willem de Klerk che gli permisero di diventare primo Presidente di un Sudafrica dove tutti, a prescindere dal colore della pelle, avevano e hanno ancora il diritto di voto.

Nell’aprile del 1994, vennero idette le prime elezioni multirazziali e democratiche: con esse terminava ufficialmente il regime di apartheid.

Solo quando ho scoperto che la libertà della mia infanzia era un’illusione, che la vera libertà mi era già stata rubata, ho cominciato a sentirne la sete […] La libertà è una sola: le catene imposte a uno di noi pesano sulle spalle di tutti, e le catene del mio popolo erano anche le mie”. Nelson Mandela

Silvia C. Turrin

Leggi l’Articolo: Come si sviluppò l’apartheid in Sudafrica

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