“Sono un figlio di Sant’Agostino“.
Parole, pronunciate con forza e al contempo con grande commozione da Robert Francis Prevost, eletto Pontefice con il nome di Leone XIV.
Nato a Chicago, il 14 settembre 1955, il 267° papa, nonché vescovo di Roma, ha un legame profondo con la figura di Sant’Agostino, uno dei grandi Padri della Chiesa.
Infatti, Prevost ha compiuto i i suoi studi presso il seminario dell’ordine di Sant’Agostino.
Dopo una laurea in matematica all’Università di Villanova (Philadelphia), si unisce agli Agostiniani, pronunciando i suoi voti nel 1978.
Nel 1981, Prevost ha compiuto il rito della professione solenne. Dopo aver ottenuto una licenza in teologia presso la Catholic Theological Union di Chicago, Prevost è stato ordinato prete per l’ordine di Sant’Agostino il 19 giugno 1982 a Roma. Ed è con gli Agostiniani che Prevost venne inviato in missione in Perù.
Da questa breve e sintetica biografia, si comprende il motivo per cui il nuovo pontefice abbia sottolineato il suo essere “figlio di Sant’Agostino”.
Proprio per il tramite di Sant’Agostino, possiamo individuare un filo invisibile e spirituale che lega il nuovo papa Leone XIV al continente africano.
Sì, perché Sant’Agostino, tra i Padri della Chiesa, nacque in Africa, e proprio in questa terra possiamo percorrere parte del “cammino di Sant’Agostino”.
Ispirandoci dunque alla biografia di Robert Francis Prevost, ripercorriamo brevemente alcuni passi della vita di Sant’Agostino.

Visione di sant’Agostino – quadro di Vittore Carpaccio
Agostino nacque il 13 novembre 354 a Tagaste, l’attuale Souk-Ahras in Algeria.
Dalla madre Monica ricevette un’educazione cristiana, ma letture e studi lo portarono ad aderire al manicheismo.
Fu professore di retorica a Madaura e a Cartagine e, non ancora ventenne, dalla relazione con una donna abbandonata dopo quindici anni ebbe un figlio, Adeodato.
La via della conversione al cristianesimo iniziò con il viaggio a Milano.
Qui Agostino incontrò l’allora vescovo Ambrogio, del quale rimase profondamente colpito.
Furono proprio le prediche e la personalità di Ambrogio, anch’egli futuro Santo, a spingere Agostino alla conversione.
«Tardi ti ho amato, Bellezza così antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Sì, perché tu eri dentro di me ed io fuori: lì ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle sembianze delle tue creature. Eri con me, ma io non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te. Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, respirai ed ora anelo verso di te; ti gustai ed ora ho fame e sete di te; mi toccasti, e arsi dal desiderio della tua pace.» (Confessioni X, 27.38)
Dopo un ritiro a Cassago Brianza – Domus Sancti Augustini – si convertì al Cristianesimo, battezzato dallo stesso Ambrogio, la notte di Pasqua del 387.
Ordinato sacerdote nel 391, fu eletto vescovo d’Ippona nel 395.
Le sue spoglie riposano a Pavia nella basilica di S. Pietro in Ciel d’Oro.
Fra le sue opere ricordiamo le Enarrationes in Psalmos, i Sermones e più note le Confessiones, le Confessioni, intimo ritratto del santo, dalla nascita alla conversione: un’autobiografia scritta alla luce del rapporto tra uomo e Dio, in cui Agostino esprime emozioni personali accanto a discussioni esegetiche e filosofiche.
Il cammino di Sant’Agostino in Africa
Il tratto africano del cammino che si snoda tra Algeria e Tunisia permette di scoprire “le radici” di Sant’Agostino.
La sua città natale, Tagaste, in Algeria, non esiste più. Si trattava di un antico centro urbano della Numidia, un’area che ospitava varie comunità berbere, divenuta in seguito provincia dell’Impero romano.
Il luogo dove un tempo sorgeva l’antica Tagaste attira ancora tanti devoti agostiniani. La fede e il desiderio di scoperta sono arricchiti dalla presenza di un albero particolare, ovvero l’ulivo di Sant’Agostino. Si tratta di una pianta secolare. Narra la tradizione locale che il Santo meditasse e recitasse preghiere ai piedi del grande albero millenario, che si erge sulle alture di Souk Ahras.
Per approfondire il cammino di Sant’Agostino in Africa si veda un nostro vecchio articolo visionabile qui.
a cura di Silvia C. Turrin