È la notizia che aspettavamo da più di due anni. Vari organi di informazione italiani hanno ripreso l’informazione da quelli francesi.

Per prima è stata data la notizia della liberazione della francese Sophie Pétronin, operatrice umanitaria, nella foto in fondo all’articolo, da quasi 4 anni in mano ai jihadisti, e del politico maliano Soumaïla Cissé, rapito a Gao lo scorso marzo.

Il sito del quotidiano Repubblica per primo ha dato l’annuncio in Italia: “Il portavoce del presidente del Mali ha annunciato che due ostaggi italiani sono stati liberati da militanti jihadisti. Si stratterebbe di padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio, rapiti in Niger nel 2018″.

Lo conferma anche il sito di Radio France Internationale: Liberati 4 ostaggi tenuti prigionieri in Mali: l’operatrice umanitaria francese Sophie Pétronin (nella foto in basso), il politico maliano Soumaïla Cissé, e i due italiani, p. Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio”.

Sempre il sito francese afferma che il Presidente del Mali ha assicurato che tutti gli ex ostaggi sarebbero in viaggio per la capitale Bamako.

Non ha fornito dettagli sulle circostanze della liberazione.

All’inizio della settimana diverse dozzine di prigionieri jihadisti sono stati liberati dal governo del Mali.

Apparterrebbero a gruppi terroristici jihadisti legati ad Al Qaeda nel Maghreb islamico. Varie fonti, legali e di sicurezza, confermano che sono stati utilizzati come tramite di scambio per la liberazione degli ostaggi.

Ancora il sito francese di Radio France Internationale: Si ipotizza anche che sia stato pagato un riscatto. In questa fase circolano solo voci, nessuna informazione affidabile. Durante le precedenti liberazioni di ostaggi nell’area, gli importi hanno raggiunto le decine di milioni di euro.”

I jihadisti tengono prigioniere altre persone: il medico australiano Ken Elliott, la suora colombiana Gloria Cecilia Narvaez Argoti, il cittadino sudafricano Christo Bothma, la svizzera Beatrice Stockly e il rumeno Julian Ghergut. Si spera che anche costoro siano presto liberati, nella stessa operazione di scambio di prigionieri.

Il sito del quotidiano Avvenire segnala l’azione della nostra intelligence:

“L’intervento che ha portato alla liberazione dei due italiani, condotto con successo dal personale dell’Aise con la preziosa collaborazione delle autorità e dei servizi maliani, si è concluso dopo intense attività di intelligence realizzate in contesti territoriali caratterizzati da estrema complessità e pericolosità”.

Lo afferma la Farnesina che sottolinea come “il buon esito dell’operazione, oltre a mettere in luce la professionalità, le capacità operative e di relazione dell’intelligence, ha evidenziato anche l’eccellente opera investigativa dell’Autorità giudiziaria italiana ed il prezioso lavoro svolto dalle donne e degli uomini del ministero degli Affari Esteri e dell’intera Unità di Crisi della Farnesina”.

Il governo maliano non ha fornito informazioni sulle dinamiche della liberazione. Una fonte anonima ha riferito alla France Presse che la trattativa con i jihadisti “non è stata semplice”.