Lo slogan che quest’anno ha accompagnato la Giornata Missionaria Mondiale di ottobre è un inno alla vita e in più occasioni si sono ascoltate testimonianze di uomini e donne che hanno parlato con quanto hanno realizzato concretamente per un bene “altro”.

Il Natale, ormai alle porte, ci offre ogni anno la possibilità di accogliere una “Vita che parla”, il dono del Figlio di Dio che si fa carne per noi, anzi, si fa VERBO, Parola vivente.

Che bello se imparassimo davvero il suo linguaggio d’Amore, se ogni nostra parola si coniugasse con Gesù Cristo, e avere così la capacità di essere comunicatori di bene, di Vangelo, di gesti concreti e di attenzione verso gli altri.

Come parlano le nostre vite nell’oggi che abitiamo, con le mille difficoltà che a volte ci tolgono il respiro e ci rendono persone “poco gentili”?

Come parlano le nostre vite nei luoghi quotidiani, in quelli famigliari e di amicizia?

Come parlano le nostre vite ascoltando le notizie alla TV o leggendole nell’immediato nei social che spesso nascondono la verità?

Come parla la nostra vita con Dio, quanto curiamo la nostra relazione con Lui, lasciando spazio all’azione dello Spirito Santo e chiedendo a Gesù di portarci al Padre nostro, padre di tutti?

Eppure siamo circondati da vite parlanti, quelle di ogni fratello e sorella che incontriamo: a volte urlano, altre volte sussurrano, spesso sono chiuse nel silenzio delle loro sofferenze.

Fermarsi davanti a un presepio e invocare Pace, Giustizia, Perdono

 

È Natale… “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità” (Gv 1,14).

Ci auguriamo di contemplare davvero la sua gloria, la sua venuta in mezzo a noi.

Troviamo un po’ di tempo per sostare davanti ad un presepio e invocare su di noi e sul mondo intero ciò che Gesù è venuto a portare: grazia e verità, giustizia e misericordia, perdono e pace.

Credo che ciascuno di noi abbia nel cuore tante “vite che parlano”: affidiamole a Dio Padre con la fiducia che noi, figli amati, abbiamo imparato e conosciuto. Compiamo qualche gesto di attenzione verso gli altri per metterci in ascolto della loro “vita parlante”… credo che alla fine ci ritroveremo tutti capaci di un linguaggio nuovo, quello dell’AMORE. Ma non basta desiderarlo, bisogna volerlo dal profondo di se stessi… non basta augurarlo agli altri, bisogna viverlo ogni giorno.

Quest’anno andiamo oltre al semplice: “Buon Natale”… aggiungiamo a questo augurio una parola di vita, il Verbo di Dio.

Silvia Sandon