Ivan Vladislavić (Pretoria, 1957) è uno scrittore sudafricano di origine croata. Meglio conosciuto per le sue raffigurazioni di Johannesburg, città nella quale vive, che includono Portrait with keys : the city of Johannesburg unlocked (2006), è autore dei romanzi The folly (1993), The restless supermarket (2001), The exploded view (2004) e Double negative (2011), Doppia negazione (Contrasto editore, 2012).
Mi interessa come i fotografi riescano a condensare una tale quantità di informazioni in un istante. Questo è un tema che emerge prepotentemente nel libro: come questo istante venga a rappresentare così tanto e come si carichi ulteriormente di significato nel corso degli anni, man mano che ci si allontana dal momento in cui è stato immortalato.
Vladislavić ha pubblicato inoltre due raccolte di racconti pubblicate in Flashback hotel (2010) e due libri che includono illustrazioni artistiche: A labor of moles e The loss library per Seagull Books. Ha lavorato come redattore presso la casa editrice anti-apartheid Ravan Press.
Il suo saggio su Robert Walser e la fotografia, The last walk, è apparso su The White Review. Nel 2023 è stato pubblicato- nella traduzione di Carmen Concilio- La distanza, edito da Utopia, la casa editrice che ha in corso di traduzione di tutte le opere di Vladislavić:
Si alternano nel libro la voce di Joe, fratello minore, appassionato di boxe e avido lettore, e quella di Branko, fratello maggiore, interessato al ciclismo e al cinema. La loro infanzia si snoda nella Pretoria degli anni settanta.
Il romanzo è una cronistoria dell’evoluzione dei mezzi di comunicazione di massa, dalla carta stampata fino all’avvento della televisione e, infine, del digitale.
Il cuore del racconto è il mito sportivo di Cassius Clay, ossia Muhammad Ali. Joe ne è ossessionato al punto da conservare per decenni uno scatolone pieno di ritagli di giornale sulle mirabili imprese dell’atleta.
Il pugile è il pretesto per intessere un discorso sul razzismo e sulla storia del Sudafrica, che si gioca tra il recto e il verso di quei ritagli, e si legge come in filigrana, fino al massacro di Marikana del 2012, che sembra rievocare quelli di Sharpeville e di Soweto.
Lo stile di Ivan Vladislavić è stato descritto come postmoderno, innovativo e imprevedibile.
A cura di Maria Ludovica Piombino,
Biblioteca africana Borghero