In quasi sessant’anni di carriera, lo scrittore senegalese Cheikh Hamidou Kane ha dato alle stampe solamente due romanzi, L’Aventure ambiguë, nel 1961, e Les Gardiens du temple, nel 1995, tradotti e pubblicati anche in Italia: il primo da Jaca Book nel 1996, col titolo “L’ambigua avventura”, il secondo da Calabuig nel 2018, col titolo “I custodi del tempio”.

Il fatto che tali volumi siano stati diffusi anche nel “Belpaese” dimostra la statura culturale dell’Autore. Questi testi, infatti, sono diventati dei veri e propri classici della letteratura, che raccontano di un’Africa post-coloniale sospesa fra tradizione e modernità.

Cheikh Hamidou Kane, nato nel 1928 a Matam, come tanti intellettuali senegalesi ha studiato in Africa e in Europa. Questo duplice percorso educativo e di vita gli ha permesso di cogliere le contraddizioni, ma anche le potenzialità della sua terra d’origine. A dispetto dei suoi 90 anni, Cheikh Hamidou Kane ha un nuovo progetto, quello di realizzare un film dedicato alla storia del Mali, raccontando quindi le gesta di Soundjata Keïta. Si tratta di un’idea che ha nel cassetto da molti anni, ma che solo in questo periodo sente di poterla concretizzare.

È giunto il momento di far conoscere ai giovani africani questa pagina della loro storia” ha dichiarato. Allo sviluppo del film parteciperanno altri intellettuali, scrittori, artisti e griot, profondi conoscitori dell’antico Impero dei Mande.

Il chiaro intento di Cheikh Hamidou Kane è quello di avvicinare le nuove generazioni alle antiche epopee africane, ricordando come anche il continente africano abbia dato vita a grandi Regni e a coraggiosi eroi, come l’Imperatore Soundjata Keïta.

Grande estimatore dello storico e politico burkinabè Joseph Ki-Zerbo, Cheikh Hamidou Kane crede che la vera Africa non esista più, a causa della colonizzazione e della post-colonizzazione.

Citando Ki-Zerbo, egli ricorda che il continente africano è stato vittima di una usurpazione dei suoi spazi, del suo ambiente e della sua storia dopo che antichi Regni furono frammentati dagli europei.

“L’Africa ha perso la sua iniziativa politica e la sua identità endogena. A scuola sono le lingue del colono, l’inglese e il francese, che vengono insegnate. La legislazione, l’organizzazione sociale e familiare ricalcano quelle tipiche dell’Occidente. Occorre che l’Africa ritorni a se stessa, recuperando quelle strutture antecedenti l’arrivo dei colonizzatori” afferma l’Autore de I custodi del tempo.

Per queste ragioni, Cheikh Hamidou Kane vuole ripercorrere la grande epopea dell’Impero del Mali attraverso la realizzazione di un film che mostri per esempio quanto la Carta del regno dei Mande, promulgata nel 1236, fosse all’avanguardia. In essa, ha ricordato l’intellettuale senegalese, troviamo valori legati al rispetto familiare, nonché principi di solidarietà e valorizzazione delle differenze.

Dai discorsi e dai libri di Cheikh Hamidou Kane sembra di capire che il passato africano abbia ancora un senso e che la storia africana sarà scritta dall’Africa, come auspicato decenni fa da Patrice Lumumba:

“La storia dirà un giorno la sua parola … L’Africa scriverà la propria storia e sarà, a nord e a sud del Sahara, una storia di gloria e di dignità”.

Silvia C. Turrin

Foto: Wikimedia