Khadija Abdalla Bajaber è nata in Kenya, a Mombasa, da una famiglia yemenita di ascendenza hadrami

Gli hadrami abitano la regione di Hadhramaut nello Yemen, e i loro discendenti nelle comunità di diaspora sono in tutto il mondo. Parlano l’arabo hadhrami, un dialetto con un substrato adadramita.

Si è laureata in giornalismo, si è da subito distinta per i suoi racconti incentrati sulla diaspora degli Hadrami, vincendo la prima edizione del Graywolf Press Africa Prize. Dal manoscritto premiato, è nato il suo primo romanzo, Dimora di ruggine (Edizioni 66than2nd, 2022), sorprendente racconto sul potere del mare, della famiglia e delle favole. Pieno di avventure, episodi stupefacenti, svolte improvvise, dentro ci sono le storie  ricche di verità e saggezza della tradizione orale degli hadrami.

È un racconto di formazione su una ragazza che cerca sia il padre sia un posto nel mondo, è la storia del viaggio epico di Aisha, una ragazza hadrami di Mombasa, Kenya, il cui padre pescatore è scomparso. Aisha decide di trovarlo prima che siano passati cinque giorni, dopo i quali sarà dichiarato morto.

La ragazza è convinta che sia ancora vivo e con l’aiuto di un gatto parlante salpa su una barca magica fatta di ossa, combattendo tre terribili mostri marini lungo il tragitto. Aisha è tutto ciò che il lettore desidera in un’eroina: astuta e testarda, ma anche esposta agli errori. “Sei maldestra”, le dice il gatto, “ma hai qualcosa: una poesia, un sentimento assurdo che soffre nell’essere tradotto”.

Bajaber è una narratrice nata, che trascina il lettore attraverso l’epica ricerca di Aisha per conoscere il destino di suo padre. Punteggia il pathos con un sapiente umorismo, come quando Aisha, davanti al temibile mostro Baba wa Papa (Padre dello squalo), si spaccia per collezionista di storie.

“Quale narratore seguirebbe mai un pescatore?”, la sfida il mostro. “Uno innamorato della sua storia”, risponde Aisha mentendo. “Lui è un personaggio della storia. Devo trovarlo per sapere come va a finire”.

Surrealismo che a noi occidentali ricorda Alice nel paese delle meraviglie o Alice attraverso lo specchio di Lewis Caroll. Un viaggio anche attraverso le parole, grazie alla traduzione dall’inglese di Alessandra Castellazzi.

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A cura di Maria Ludovica Piombino
Biblioteca Africana Borghero