Rachid Boudjedra, nato a Ali Beda nel 1941, è uno scrittore, drammaturgo e sceneggiatore algerino. Si è laureato in filosofia all’università di Algeri e alla Sorbona di Parigi, ed è stato un attivo rappresentante a Madrid del Fronte di Liberazione Nazionale algerino durante gli anni della lotta contro il colonialismo.

Personaggio controverso, intellettuale impegnato su più fronti, Rachid Boudjedra si è imposto sulla scena della letteratura contemporanea come uno degli scrittori del Maghreb più impegnati sia da un punto di vista sociale, sia politico. Oggi vive tra Parigi e Algeri.

In italiano sono stati tradotti soltanto alcuni dei sui lavori.

La lumaca testarda (Zanzibar, 1994), un piacevolissimo romanzo, le cui situazioni ricordano il piccolo mondo pirandelliano o il dramma dell’incomunicabilità dei romanzi di Kafka.

Il protagonista è il responsabile della derattizzazione di una metropoli del nord Africa, assorbito nel suo lavoro come una sorta di missione che lo allontana da qualsiasi rapporto con il suo prossimo.

È  isolato, imprigionato da paure (la lumaca lo segue), da nevrosi (ha 21 piccole tasche segrete nelle quali nasconde il suo altrettanto piccolo mondo di pensieri personali), da complessi mai risolti (la voce della madre nella memoria).

La lingua e la narrazione serrata, rapida, ossessiva, a volte onirica, ci calano in questo mondo lontano, paradossale, ma specchio di una realtà ben più vasta e vicina. Attraverso la sua prosa, Boudjedra compie una denuncia sociale, politica e religiosa dei vizi e delle ipocrisia del mondo islamico e occidentale.

Timimun (Ed. Lavoro, 1995) “perché un ex pilota di caccia, alcolista inveterato, scacciato dall’esercito, percorre il Sahara algerino alla guida di un vecchio autobus sgangherato? Come può il deserto, in cui l’oasi di Timimun è un’isola di pace in una Algeria scossa dal terrorismo integralista, risvegliare la passione amorosa in un uomo che l’aveva fino a quel momento rifiutata?

Una storia d’amore fortemente passionale ambientata in una terra devastata dalla violenza e dal fanatismo.”

Il ripudio (Ed. Lavoro, 2004) dalla sua pubblicazione, nel 1969, questo romanzo di Boudjedra ha suscitato scandalo e polemiche, aspre reazioni e appassionati elogi. Libro dissacrante, Il ripudio è un’accorata, ansimante, dolce e crudele “fabulazione” del protagonista “malato”, perché vittima del peso dei ricordi e della storia.

I ricordi sono quelli di un’infanzia sottomessa ai capricci di un patriarca feudale, padre-padrone di lontana memoria mediterranea, e la storia è quella di una terra – l’Algeria travagliata dal drammatico evento del colonialismo e, poi, dalle lotte di clan per il potere dopo l’indipendenza nazionale”.

Impegnato sceneggiatore, nel 1975 Boudjedra ha vinto al Festival di Cannes la Palma d’Oro con Chronique des années de braise (diretto da  Mohamed Lakhdar-Hamina), sulla guerra d’indipendenza algerina.

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A cura di Maria Ludovica Piombino
Biblioteca Africana Borghero

Foto: wikipedia