Carissimi amici, vogliamo farvi i nostri auguri di buon Natale, con le parole di fra’ Tadeusz, che ci descrive con efficacia come il Natale è vissuto in Africa

Molteplici e variegati sono i miei ricordi delle feste di Natale passate in vari Paesi africani.

Per il Natale, nel Sudan del Sud, gli abitanti di Juba decorano gli alberi di mango, i cui frutti maturano proprio nel periodo di Natale.

Nella Repubblica Democratica del Congo, alla Vigilia di Natale le chiese si riempiono di fedeli pieni di gioia. Questo paese è la culla della rumba, una danza popolare, che caratterizza le celebrazioni insieme ai canti. Dopo la messa si fa festa fino all’alba inoltrata, per poi riposarsi un po’ il giorno del 25, e riprendere i festeggiamenti con amici e parenti anche nei giorni successivi.

In Kenya, devo affermare che questa festa ha principalmente un carattere religioso. Per tutto l’Avvento i giovani preparano la messa in scena della Natività che poi verrà presentata durante le ore serali prima della Messa di Vigilia, e a quella di mezzanotte.

Questo ha luogo fino al suono delle campane che annunciano l’inizio della Messa, quale momento della nascita di Gesù. Nella cappelle e chiesette dove manca la campana, si usa il cerchione di una ruota di camion appeso all’albero! La recita dei giovani introduce i fedeli nello spirito di Natività di Gesù.

Rappresentazione di Natale con bambini del Congo (Foto A. Franzetta)

Bisogna anche ricordare che al contrario delle tradizioni in Europa dove si preferisce di celebrare il Natale nell’intimo incontro con la divinità del Salvatore, gli Africani non riescono ad immaginare la celebrazione senza il canto e la danza e le grida di gioia.

Tutto ciò poiché la vita è un movimento ritmico.

La danza esprime entusiasticamente i movimenti del corpo – come dice l’Evangelista, “il Bambino si è mosso nel grembo di Elisabetta”. Gli Angeli hanno cantato e danzato e la Madonna si muoveva ritmicamente ondeggiando perché il bambino si addormentasse.

Il Natale in Africa è in primo luogo una festa di famiglia. Il grande pranzo di Natale si consuma insieme con tutta la famiglia.

In molte parrocchie del Kenya tale pranzo viene organizzato nell’aula parrocchiale per coloro che vogliono festeggiare in comunità.

Ognuno porta un piatto preparato prima nella propria casa e le donne mettono tutto su una tavola. Le pietanze tipiche per quel giorno sono: il ciapati (un tipo di tortilla un tempo mangiato solo per il Natale) con il sugo di pollo oppure manzo, poi l’ughali (assomiglia alla nostra polenta), riso, patate dolci ed ovviamente il pombe, una birra locale tratta dalle banane.

Nella tradizione africana una vera gioia non può essere nascosta, ma è vissuta sempre in comunione – in particolare nell’occasione delle feste.

La nostra gente, che durante l’intero anno deve lavorare per ricevere pochi soldi (quando è così fortunata da avere un lavoro) e perciò accontentarsi del minimo, aspetta con ansia il Natale, per poter gioire con musica e danze, avere per una volta del cibo migliore e in abbondanza, passare delle ore serene e in compagnia.

In quelle occasioni sono comuni le famose grigliate di capra, nyama choma ya mbuzi, oppure kuku con il pombe. Non si può non parlare anche di un dolce, il mandazi: frittelle, mangiate con thè e latte all’inglese.

Questa gioia è sigillata con l’augurio di “Krismasi njema”: Buon Natale!

Fra’ Tadeusz Świątkowski
Missionario francescano in Kenya