La deforestazione in Africa è ormai da decenni un problema strutturale, che causa effetti negativi non soltanto alla fauna e alla flora. Chi ne subisce le conseguenze sono anche le popolazioni locali. Sono diverse le motivazioni economico-commerciali che portano alla distruzione degli habitat forestali: si abbattono intere aree per far spazio a piantagioni di caffè, cacao, caucciù, o per prelevare il prezioso legname, o per creare zone agricole.

La distruzione delle foreste provoca enormi danni agli ecosistemi – compromettendo l’habitat degli animali, alterando gli equilibri nella vegetazione – e alle comunità che vivono spesso grazie alle risorse naturali provenienti dalle foreste.

Anche in Gabon, l’abbattimento degli alberi rimane una questione nazionale, nonostante da vario tempo si stia cercando di attuare politiche di salvaguardia.

Secondo il Global Forest Watch (piattaforma che fornisce dati e strumenti per il monitoraggio delle foreste), dal 2002 al 2024, il Gabon ha perso migliaia di ettari di superficie forestale. L’area totale delle foreste primarie umide è diminuita dell’1,3% durante l’arco temporale prima citato.

Per cercare di invertire questo cammino deleterio per l’ambiente e per le popolazioni, sono state create le cosiddette foreste comunitarie. Si tratta di spazi verdi in cui è incentivato uno sfruttamento forestale consapevole, consentendo alle popolazioni locali di ottenere risorse indispensabili per vivere.

Questi progetti eco-sostenibili promuovono la gestione trasparente delle foreste e sono nati grazie al codice forestale del Gabon, che permette ai villaggi che lo desiderano, di richiedere all’amministrazione una foresta comunitaria.

La foresta comunitaria di Massaha

Nella provincia gabonese dell’Ogooue Ivindo è stata creata l’area comunitaria di Massaha, che raggruppa 5 villaggi, estesi per oltre cinquemila ettari.

In questa ampia superficie, gli abitanti possono pescare e dedicarsi all’agricoltura; così facendo, hanno la possibilità di trovare sostentamento senza distruggere l’habitat circostante.

Viene definita “foresta comunitaria”, poiché la gestione è congiunta: infatti, gli abitanti si consultano prima di prendere ogni decisione e ciò promuove la trasparenza.

Purtroppo, le lame taglianti della deforestazione minacciano sempre le foreste ancestrali del villaggio di Massaha, come hanno denunciato più volte Greenpeace Africa e il Forest Peoples Programme. La cinese Transport Bois Négoce International (TBNI) è una delle aziende accusate di distruggere questa e altre aree del Paese.

Ali Bongo Ondimba, ex presidente del Gabon, aveva dichiarato che già a partire dal 2022, tutte le concessioni forestali operanti nel paese avrebbero dovuto essere certificate dal Forest Stewardship Council (il FSC è un sistema di certificazione internazionale che promuove una gestione forestale socialmente equa, sostenibile a livello ambientale ed economico). E Ondimba aveva aggiunto che sarebbero stati ritirati i permessi per quelle concessioni forestali che non rientravano nel processo di valutazione della certificazione forestale FSC.

L’impegno ambientale del nuovo Presidente del Gabon

Il colpo di Stato del 2023, guidato da Brice Clotaire Oligui Nguema ha mutato gli equilibri, ma la gestione ambientale sembra rientrare nella politica del nuovo Presidente. Lo ha confermato la sua partecipazione alla Conferenza internazionale sul rimboschimento a Kintélé (Repubblica del Congo), nel mese di luglio 2024.

In questa occasione il Presidente Oligui Nguema ha ribadito l’impegno della sua amministrazione nella politica di conservazione delle foreste. Inoltre, ha invitato i suoi colleghi a mobilitare risorse finanziarie per una gestione forestale sostenibile.

Anche nel corso del suo intervento all’80ᵃ sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Oligui Nguema ha sottolineato la volontà di proteggere le foreste del Gabon, chiedendo un partenariato globale giusto ed equo.

Il Gabon – malgrado alcune criticità – rimane tra le nazioni africane più attente alla conservazione forestale e ciò è dimostrato anche dall’indice di integrità del paesaggio forestale, ovvero quel dato che indica l’indice globale annuale delle condizioni forestali rapportato al grado di variazione antropica.

La dimensione sacra delle foreste

La conservazione delle foreste non ha risvolti soltanto ecologici, economici e sociali, ma anche culturali.

Come abbiamo raccontato in altri Articoli, molte foreste in Africa sono sacre per le popolazioni locali. Anche quella di Massaha rappresenta un luogo spiritualmente importante.

Le piante e l’intero habitat forestale rappresentano per gli abitanti della regione le loro radici in termini sia reali, sia simbolici.

La foresta racchiude la loro storia ed è lì che le varie generazioni si sono tramandate conoscenze e usanze.

Distruggere questi ecosistemi forestali significa distruggere anche interi patrimoni culturali.

Silvia C. Turrin

Foto: rainforestfoundationuk.org; wikimedia.org.