Negli ultimi vent’anni, il Mali è stato protagonista di una recrudescenza militare e politica, che ha portato nel marzo 2012 a un colpo di Stato, a cui hanno fatto seguito una guerra civile, e poi l’intervento francese con la cosiddetta operazione Serval. Il Mali rimane ancora insicuro, non solo a causa delle rivendicazioni di gruppi ribelli e separatisti, ma anche per la presenza di una giunta militare al governo guidata da Assimi Goïta.

Ciò ha creato notevoli scossoni anche sul piano culturale. Lo storico Festival Au Desert, inaugurato nel gennaio 2001, non viene più organizzato nella sua tradizionale sede, che era a Essakane, nel nord del Mali.

Il Festival affonda le sue radici nelle tradizioni Tuareg. Era nato infatti con l’intento di promuovere la musica, le danze, la poesia e le cerimonie tipiche di questo antico popolo nomade. Il Festival Au Desert, come affermano ormai da svariati anni gli organizzatori, è “in esilio”, allontanato dalla sua area tradizionale a causa dell’instabilità politica.

La guerra non fa mai rima con Cultura. Conflitti, colpi di stato, ingiustizie minano la vita quotidiana delle persone sotto tutti i punti di vista.

Ritorna invece a fine gennaio il Festival sur le Niger a Ségou. Nonostante gli scossoni politici, questa manifestazione resiste e nel 2023 si terrà dal 31 gennaio al 5 febbraio. Tema di quest’anno sarà “Patrimonio e Creatività”.

Si tratta di un Festival che dà voce alla Cultura nel senso più ampio del termine, toccando non solo musica, ma anche arte, danza, teatro. Un evento arricchito da laboratori, conferenze, una sagra dell’artigianato e dell’agricoltura, manifestazioni che raccontano la tradizione.

Dalla sua prima edizione nel 2005, il Festival sur le Niger a Ségou è diventato sempre più importante. Non manca nemmeno quest’anno la Carovana per la pace, perché la vera Cultura fa rima, solo e soltanto, con la Pace.

a cura di Silvia C. Turrin