Assia Djebar, pseudonimo di Fatima-Zohra Imalayène (Cherchell,30 giugno 1936–Parigi 6 febbraio 2015), è stata una scrittrice, poetessa, saggista, regista e sceneggiatrice algerina. Nata in una benestante famiglia berbera, è stata esponente del pensiero femminista.

Il tema principale delle sue opere è la condizione della donna in Algeria. Considerata una delle più influenti scrittrici maghrebine, è stata la prima autrice del Maghreb a essere ammessa all’Académie française.

Durante la sua giovinezza ha vissuto in modo intenso e conflittuale la presenza straniera e soffrendo in prima persona – come donna e come intellettuale – la politica amministrativa francese destinata a lasciare un’inevitabile dicotomia culturale e linguistica in tutta l’area del Maghreb e in particolare in l’Algeria, dove l’occupazione termina soltanto nel 1962 con la guerra di liberazione nazionale.

Nei suoi romanzi le figure femminili sono spesso esaltate per il loro contributo durante la resistenza coloniale (Les enfants du nouveau monde, 1962), ma, soprattutto, sono costantemente impegnate a rivitalizzare il loro ruolo nella società mussulmana tradizionale che le vuole sottomesse in molti campi (La soif, 1957; Les allouttes naives, 1967, Femme d’Alger dans leur appartement, 1980).

Molti sono i suoi libri tradotti in italiano, L’amore e la guerra (Ibis); Donne d’Algeri nei loro appartamenti (Giunti); Ombra sultana (Baldini&Castoldi-Dalai).

Assia Djebar ha affiancato all’impegno letterario l’attività di regista: nel 1979 ha ottenuto il Gran Premio della Critica Internazionale al Festival del Cinema di Venezia per il film La Nouba des femmes du Mont Chenoua.

Lontano da Medina: figlie d’Ismaele: l’editrice Giunti nel 1991 ha tradotto in italiano questo romanzo che, nella sua narrazione, è molto vicino ad un racconto orale.

Ancora una volta sembra essere la lingua – con tutto quello che il termine racchiude e implica in termini di valori e identità culturale, di langue/parole, di significante/significato – la vera protagonista del romanzo post-coloniale.

Assia Djebar, scrittrice di “espressione francese”, contrapposta quindi alla minoranza di scrittori maghrebini di “espressione araba” (in un paese e in una cultura dove la lingua araba è custode della religione islamica ed è stata considerata dai francesi veicolo per il nazionalismo arabo e quindi soffocata).

Djebar fa convivere nei suoi romanzi la propria identità duale (il mondo arabo mussulmano nord africano e il mondo occidentale) grazie anche all’uso della lingua francese, che riesce ad essere cerniera tra due mondi così vasti culturalmente.

Lontano da Medina è un insieme di racconti episodici che iniziano con la morte del Profeta Maometto e seguono il diffondersi dell’Islam attraverso le donne che ne furono in qualche modo protagoniste.

Tra cronaca e finzione viene narrato il punto di vista femminile. Sono allora profetesse, regine, schiave, guerriere, poetesse o ribelli che intrecciano la complessità della condizione femminile nel mondo islamico, alternando l’uso della lingua: da pacata a violenta, da sussurrata ad intransigente, da incerta a urlo di sfida.

I libri qui citati, e altri libri in lingua originale o in traduzione italiana di scrittrici e scrittori africani, li puoi trovare nella nostra Biblioteca Africana Borghero, ed avere in prestito con lo scambio inter-bibliotecario, rivolgendoti alla tua Biblioteca abituale.

Vai alle pagine del nostro sito dedicate alla Biblioteca.

A cura di Ludovica Piombino, Biblioteca Africana Borghero

Foto: Wikimedia; doppiozero.com