Il 18 luglio si celebra in tutto il mondo il Nelson Mandela Day. Una giornata in cui si ricorda questa figura della resistenza contro l’apartheid e il razzismo. Quest’anno è anche l’occasione per appoggiare la campagna che invita a contrastare povertà e disuguaglianze.
Il 18 luglio 1918, nel piccolo villaggio di Mvezo nella provincia del Capo Orientale (Eastern Cape), nacque Nelson Mandela, colui che, insieme a tantissimi altri sudafricani, contribuì a spezzare le catene dell’apartheid in Sudafrica.
Egli rimane il “padre fondatore della Rainbow Nation”, la nazione arcobaleno: espressione che indica il mosaico di persone, comunità, popoli, lingue che compongono il Sudafrica post-apartheid.
Un uomo, un politico, ma prima di tutto un attivista e difensore dei diritti e delle libertà il cui esempio dovrebbe illuminare tutti, in particolare coloro che detengono le redini del potere a varie latitudini.
Guardando però al mondo di oggi, persone come Mandela, che hanno dedicato la vita a cause nobili come la riconciliazione e il dialogo tra opposte fazioni, sembrano appartenere a un’altra epoca, lontana anni luce dal presente.
Madiba, come viene ancora affettuosamente chiamato da tanti sudafricani (e non solo), tra i massimi leader dell’ANC (partito che ha traghettato il Paese verso la democrazia), ha sacrificato quasi 30 anni della sua vita in prigione, solo perché chiedeva lo smantellamento del regime razzista di apartheid e il rispetto dei diritti e delle libertà per tutti i sudafricani.
A seguito della sua scarcerazione, avvenuta l’11 febbraio 1990, dopo 27 anni di detenzione, Mandela ha lavorato strenuamente per porre fine a politiche razziste e di sfruttamento economico da parte di una minoranza. Un lavoro che gli è valso, nel 1993, il premio Nobel per la pace.
Nelson Mandela rimane un faro nella notte. Il lungo cammino verso la libertà da lui promosso e attuato rende giustizia a pagine di storia ancora troppo piene di conflitti, violenze, soprusi.
Per questo, festeggiare, oggi 18 luglio, il Mandela Day, significa dire “basta” non solo alle ingiustizie e alle guerre folli, ma anche a quelle forme di potere che, pur di raggiungere obiettivi di occupazione e di dominio, uccidono civili. Sono forme di potere grondanti di sangue e di atrocità.
Nel 2025, tema centrale di questa giornata risulta quanto mai attuale, ovvero: “Il potere di combattere la povertà e le disuguaglianze è nelle nostre mani”.
Uno slogan che richiama le parole e l’immenso lascito di Mandela, il quale affermò:
“È nelle vostre mani rendere il nostro mondo un posto migliore per tutti, specialmente per i poveri, i vulnerabili e i marginalizzati”.
Ognuno di noi può fare la differenza. Non bisogna più nutrire sentimenti di impotenza, frustrazione e rassegnazione, o peggio ancora di indifferenza, perché sono proprio questi sentimenti ad alimentare odio e violenze.
Mandela, con il suo coraggio e la sua abnegazione verso un ideale alto, ci invita ancora, anche dopo la sua scomparsa terrena, a difendere la dignità, la giustizia e l’uguaglianza per tutti, nessuno escluso.
Il 18 luglio è uno dei 365 giorni in cui noi tutti possiamo iniziare a costruire un mondo diverso, migliore, fondato sulla collaborazione e sul dialogo.
Una semplice scelta può cambiare il corso degli eventi. Un piccolo aiuto può ridurre le disparità economiche. Una riflessione profonda e consapevole può farci sentire di appartenere alla stessa famiglia. Un gesto può riflettere la nostra umanità.
Silvia C. Turrin
“La verità è che non siamo ancora liberi, abbiamo conquistato soltanto la facoltà di essere liberi, il diritto di non essere oppressi. Non abbiamo compiuto l’ultimo passo del nostro cammino, ma solo il primo di una lunga strada che sarà ancora più lunga e difficile, perché la libertà non è solo spezzare le proprie catene, ma anche vivere in modo da rispettare e accrescere la libertà degli altri”. Nelson Mandela
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