Ci stiamo velocemente avvicinando alla Santa Pasqua, momento importante della vita di una comunità cristiana, che vive la gioia dell’essere raggiunta da nuovi membri. Anche qui ci stiamo preparando ai Battesimi, un centinaio, nella parrocchia centrale, e io ne celebrerò cinque nella comunità del Terreiro che seguo in modo particolare.

Il tempo scorre veloce anche se ci sono giornate “pesanti” per il clima. Un giorno che avevo la geolocalizzazione attiva mi dava a Panguila (qui a 8-10 chilometri) come temperatura reale 33° (non so dove l’anno misurata perché il sole va ben oltre), e percepita 43°.

Ogni tanto un bel temporale, ma dopo il tasso di umidità ovviamente aumenta. P. Angelo mi dice che piove molto, e infatti, oltre alle strade ben infangate, anche i vari fiumi sono pieni. Uno, il Dande, è già tracimato allagando un villaggio diverse volte. Ora gli abitanti si stanno trasferendo dal lato in cui la riva è più alta, ma questo comporta il fatto che devono lasciare tutte le abitazioni. Ciò ha avuto una conseguenza: la piccola comunità, che ha come patrona santa Teresina del Bambin Gesù, è rimasta senza cappella. La Caritas sta organizzando un aiuto a queste persone e la comunità del Terreiro si è attivata per costruire una cappella nuova.

Abbiamo comprato un po’ di materiale, riutilizzato alcune lamiere di una cappella che non serviva più perché è stato fatto il tetto alla nuova chiesa, trasportando con una moto tipo ape le lamiere, e un gruppo di giovani ha cominciato il lavoro. Per due venerdì ha piovuto la notte, per cui non si è ancora potuto andare il sabato per completare il lavoro. Quando ci siamo stati, le donne che ci hanno preparato il pranzo ci han fatto mangiare sotto un albero su dei tappeti: vecchi sacchi di riso cuciti. Pranzo a 6 stelle Michelin!

Nel gruppo dei giovani di questa comunità c’è anche Hilario, un catechista che, sentendo la nostra insistenza sul sacramento della riconciliazione poco praticato, un sabato, dopo la messa, mi ha chiesto di celebrare il sacramento con il gruppo di catecumeni che segue. Stavo parlando con una persona e ho detto di sì. Poi però mi sono ricordato che aveva detto catecumeni e ho chiesto se avevano ricevuto il battesimo. Ovviamente la risposta è stata no!

Per cui ho dovuto spiegare che solo i battezzati ricevono il sacramento della riconciliazione. E ho pensato a quanto Spirito ci accompagna in questo annuncio. Ma anche pensavo alla paura che molte volte si ha nel coinvolgere persone nelle attività di pastorale. Se guardassi alla “preparazione” (probabilmente anch’io dovrei farmi da parte) dovrei dire a Hilario di smettere di fare il catechista, ma la passione che ha merita di essere incoraggiata e, perché no, anche “informata”.

E mi ricordava Gesù, che quando chiede ai discepoli di cosa stavano parlando, ottenuta una risposta non certo incoraggiante, non li manda via ma li chiama a sé e ricomincia a insegnare (Mc 9,33-35).

E tra i segnali che Dio manda posso elencare il diritto a una carezza, tutti i giorni che c’è scuola. C’è un ragazzino probabilmente autistico che tutte le mattine passa nel mio ufficio e un giorno che avevo un po’ di barba, mi ha toccato la guancia ed è rimasto meravigliato di sentire la barba. Così ogni mattina che c’è scuola passa per questa ispezione. Il giorno di san Giuseppe, Marianna, la responsabile della Caritas, mi ha dato un lecca-lecca a forma di cuore. Non potevo spiegarle i miei gusti, così ho dato a questo bambino il lecca-lecca. Non riusciva ad aprirlo e quando è entrato il meccanico, in visita per la vecchia signora Land Cruiser, voleva darlo al meccanico il quale ovviamente non l’ha preso. L’intenzione del bambino era quella di farselo aprire. Infatti, quando, con la forbice l’ho aperto, se lo è ripreso, ma, con mia grande sorpresa si è messo in bocca anche la carta. Io, preoccupato che la inghiottisse, stavo cercando di convincerlo a non ingoiarla, ma mentre elaboravo il pensiero in portoghese, lui l’ha estratta dalla bocca, l’ha guardata, era bella pulita. Non voleva sprecare quanto era rimasto sulla carta. Poi si è messo in bocca il lecca-lecca e sorridendo è partito.

Concludo con un particolare. Abbiamo fatto il ritiro per le coppie (e convincerli che essere coppia è essere in due non è semplice: molti si presentano sempre soli). Stavo spiegando lo svolgimento della riflessione, prima di coppia (cosa non così praticata) e poi in gruppo, e a un certo punto un giovane sposo, si chiama Martiniano, mi dice «Padre ora traduco!». Insomma, il portoghese lo parlo abbastanza, ora manca un po’ di adattamento…

Con questi momenti che mi ricordano che la Pasqua è vita, vi auguro una buona Pasqua di risurrezione, perché, vivendo da Risorti, possiamo vedere ogni segno di Risurrezione che Dio sparge sulle strade dei nostri cammini.

Auguri!

P. Martino Bonazzetti