Le isole Canarie sono un grande arcipelago situato nell’oceano Atlantico al largo dell’Africa nord-occidentale, composto da sette isole maggiori e altre isolette minori, tutte di origine vulcanica, che formano una comunità autonoma della Spagna. Grazie ai ritrovamenti archeologici, sappiamo che l’insediamento permanente sulla maggior parte delle isole può essere identificato al più tardi dal III secolo a.C. ed è molto probabile che i coloni provenissero dalle aree del Nord Africa e della Spagna meridionale.

L’Unione africana individua nelle Canarie un futuro possibile membro, definendole territorio africano sotto occupazione di una potenza straniera. La Spagna le considera però un territorio transcontinentale.

Gli intrecci e i ricami della storia si riscontrano in una letteratura locale poco conosciuta, meticcia, imbastardita da prestiti e incontri. A partire dal XVI secolo, si è andata elaborando una cultura originale, meno nota all’estero proprio perché appartata rispetto alle rotte culturali più frequentate, ma intensa e multiforme. Nella realtà seguita al franchismo, gli intellettuali delle isole hanno esplorato principalmente i temi dell’identità e memoria, rivalutando una tradizione letteraria rimasta in ombra per le difficoltà di pubblicazione e circolazione.

Data la particolare collocazione geografica, si è sviluppato un forte meticciato culturale, dovuto nei secoli al substrato degli aborigeni libico-berberi giunti dalla vicina Africa, agli apporti di svariata provenienza succedutisi nel tempo (tra cui quelli inglesi e portoghesi) e allo stretto legame con l’America Latina. Si spiega così lo spiccato cosmopolitismo canario, attento alle correnti artistiche straniere d’avanguardia spesso indipendenti. Ne deriva così una visione del mondo ironica e relativista. Un altro aspetto da sottolineare è quello della lingua utilizzata. Pur non essendo diversa dal castigliano, la parlata locale è contraddistinta da vocaboli pre-ispanici e arcaismi, da peculiarità fonetiche e di pronuncia.

La narrativa si sviluppa sotto l’impulso di Benito Pérez Galdòs, uno dei massimi romanzieri in lingua spagnola e assume toni regionalistici con i fratelli Millares Cubas e Angel Guerra. L’epoca dell’avanguardia vede l’opera rilevante di Augustìn Espinosa e Alonso Quesnada, mentre nel dopoguerra il testimone passa a Isaac de Vega e a Rafael Arozarena, noto per il suo romanzo Mararía (Giovanni Tranchida, 1996, ristampato nel 2010):

– Una figura tragica e insieme vivissima, Mararía, del villaggio di Femés, di un’isola delle Canarie, è passata attraverso dolori fortissimi quanto le passioni che hanno scosso l’animo degli uomini. Ed è così che diviene anche oggetto di odio estremo. Bollata di nota di biasimo grave: strega, tentazione, diavolo. Gli abitanti di Femés la raccontano anche così.

Dagli anni’70 comincia un’autentica fioritura con Victor Ramirez (1944), il più originale talento delle Canarie. Giornalista, insegnante e animatore culturale, pubblica varie raccolte e articoli. In italiano è stato tradotto il suo romanzo breve, Ognuno trascina la sua ombra (Biblioteca del vascello, 1994) :

Due ubriachi si raccontano in una lunga notte, ognuno con i suoi mostri e con i suoi deliri. Tra i due in realtà, non c’è alcun dialogo, parlano da soli, in due distinti soliloqui, ma convinti di essere ascoltati. Sono due uomini sconfitti che cercano di liberare la propria coscienza, profondamente amareggiati, profondamente oscuri, trascinati dalla loro ombra e viceversa, fino alle tenebre dove l’ombra alla fine diventa parte integrante di loro.

E i sette racconti nella raccolta Sabbia bionda (ripubblicato da Controluce edizioni nel 2017):

Una cieca chiaroveggente intenta a districare segreti boccacceschi. L’incendio di una soffitta e di una vita. Una gara fra scemi di quartiere. Uno studente contestatore fra le cariche della polizia. Bravate e solitudini di un’adolescenza orfana. Una storia d’amore e vendetta sugli spalti di uno stadio.

L’aspra e anarchica poetica di uno scrittore alle prese con racconti impubblicabili, scaturiti dalle profondità dolenti dell’anima.

Per approfondire la letteratura delle Canarie, si consiglia l’antologia curata da Danilo Manera, Racconti dalle Canarie (Millelire, 1992).

 

A cura di Maria Ludovica Piombino
Biblioteca africana Borghero