Papa Francesco nel suo documento programmatico “La gioia del Vangelo” (Evangelii Gaudium) e in numerosi dei suoi messaggi insiste perché la Chiesa sia “in uscita” e raggiunga le periferie geografiche e umane: è questa la Chiesa, non una Chiesa che fa missione, ma chiesa che è missione!

Ciò significa in concreto che ogni fedele e ogni comunità deve uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo.

Spinti da quest’invito, come comunità e fraternità SMA-NSA ci è sembrato utile anzitutto prendere coscienza, con l’aiuto di 3 invitati qualificati, delle periferie spesso e volentieri dimenticate che ci riguardano, partendo dalla conoscenza delle periferie di cui parla la Bibbia, aprendo gli occhi su quelle che esistono bel nostro mondo, anzitutto in Africa che ci riguarda più da vicino come missionari/e, e nella realtà sociale e umana italiana in cui siamo impegnati come missionari per essere strumenti di missionarietà a tutto campo.

Tre serate intense, dal 28 al 30 dicembre, aiutati da P. Mario Menin, direttore della rivista dei padri Saveriani “Missione Oggi” (“Le periferie nella Bibbia”), di Raffaele Masto, giornalista esperto del continente africano (“Le periferie in Africa”), e di Mons. Angelo Riva, teologo moralista e delegato vescovile per le comunicazioni della diocesi di Como (“Le periferie nella nostra società attuale”).

Le conferenze sono state seguite da dibattito aperto e coinvolgente, ma il tempo è stato troppo breve per un dovuto approfondimento.

Le tre mattinate, dal 29 al 31 dicembre erano dedicate alla preghiera e alla meditazione guidati da Mons. Giuseppe Zanon, delegato vescovile per il clero per la diocesi di Padova.

Profondo conoscitore della nostra realtà, ci ha guidati a prendere coscienza della missione iniziata da Gesù, l’inviato del padre, la missione dei discepoli che ha chiamato “per inviarli” come Chiesa,di ciascuno di noi.

Nei momenti di condivisione ognuno ha potuto esprimere e rinnovare con gioia la sua vocazione missionaria.

Ma un Forum non basta! Dobbiamo prenderci il tempo di riflettere ancora sul nostro ruolo nei confronti di queste periferie per non accontentarci di mettere dei rattoppi nuovi su un nuovo vestito, usando l’immagine di Gesù, cioè aggiungendo caso mai qualcosa di nuovo a una tradizionale animazione vecchia: nuova deve essere quindi anche la nostra proposta missionaria nell’animazione, nuova la nostra evangelizzazione, “nuova nel suo ardore, nei suoi metodi e nella sua espressione” ( Giovanni Paolo II).

Sarà un lavoro difficile e non sempre comodo, ma i tempi ci sembrano maturi, non tanto per l’urgenza (mancanza di interesse per ciò che è “il campo religioso”, per ciò che le parrocchie propongono ai giovani, per la poca loro presenza ai nostri incontri, per la mancanza di vocazioni missionarie in Italia e in Europa), quanto piuttosto per la paura di individuare e poi inoltrarci in sentieri sconosciuti, per la paura di scelte esigenti che portano anche noi verso queste periferie dove anche noi come piccola Chiesa, diventiamo e siamo Chiesa in uscita o non-Chiesa.