Per l’associazione D.U.MA (Diamo Una Mano) la missione prioritaria è contribuire a mandare a scuola i bambini che altrimenti non avrebbero la possibilità di accedere all’istruzione di base.
Siamo convinti che l’istruzione sia uno degli strumenti più potenti per combattere la povertà: ogni bambino che riceve un’istruzione rappresenta una possibilità in più per un futuro migliore, non solo per sé stesso, ma per l’intera comunità.
È quindi una grande gioia per noi contribuire a sostenere una nuova scuola: la “scuola comunitaria” CESTOS a 60 km da Luanda in Angola, fondata da p. Angelo che è venuto a Feriole a presentarcela. Si trova in una zona rurale, in un quartiere in cui vivono molti artigiani che fabbricano cesti (da cui il nome).
“Scuola comunitaria” significa che non è un istituto ufficiale, che rispetta le regole dello Stato (insegnanti diplomati, orari e dimensioni delle aule definiti…), ma si tratta di un tentativo, in un Paese in cui il 25% dei bambini sono fuori dal sistema scolastico e in cui le scuole statali sono insufficienti, di avvicinare i ragazzi all’istruzione, accogliendo studenti di varie età, livelli di preparazione e condizioni economiche, in strutture spesso di fortuna, con insegnanti di varia formazione, con rette minime (corrispondenti a circa 25 centesimi alla settimana) ma che tante famiglie faticano a pagare.
A Cestos ci sono tre classi, ognuna delle quali corrisponde a due anni di elementari. Gli insegnanti sono tre studenti universitari che lavorano al mattino coi ragazzi per poter poi pagarsi l’Università che frequentano al pomeriggio (in questo modo il DUMA pagando gli insegnanti, aiuta anche questi giovani a proseguire gli studi). Le lezioni si svolgono in una cappellina e in due sale; nel caso non siano sufficienti, gli alberi sono sempre un utile riparo per gli studenti, che frequentano in modo piuttosto irregolare.
Gli studenti sono solo in piccola parte cristiani, mentre la maggior parte è costituita da appartenenti a diverse religioni locali. Il fatto che i genitori mandino i loro bimbi a imparare da insegnanti cattolici fa capire che, quando la vita è ridotta all’essenziale e i bisogni da soddisfare sono basilari, si riesce a superare i preconcetti culturali e religiosi, permettendo così un’apertura e un arricchimento reciproco.
Anche questo ci insegna l’Africa: le diversità possono convivere pacificamente per un vantaggio comune.