Viaggiare per condividere: cronache del viaggio in Costa d'Avorio

Un gruppetto di giovani, accompagnati da P. Dario e Suor Attilia, sono tornati da un viaggio in Costa d’Avorio. Strade dissestate, lingue incomprensibili, ritardi nel volo di ritorno, valigie smarrite (e recuperate qualche giorno dopo) non hanno fatto perdere la gioia provata, che si portano dentro.

“Non bisogna mai ritornare dove si è stati felici” – dicono in tanti. Invece, io sono tornato nei posti dove ho vissuto i miei primi anni d’Africa… ed è stato bellissimo!

L’occasione si è presentata con “Viaggiare per Condividere”, proposta giovanile del Centro Missionario della Diocesi di Padova. Due settimane e mezzo nelle missioni del nord-est in Costa d’Avorio, in compagnia di Suor Attilia e altri quattro giovani italiani. Difficile dire le emozioni, le gioie, le sorprese provate.

Ovunque, siamo stati accolti con grande simpatia.

E io sentivo in quei sorrisi, negli abbracci, negli inviti, nelle feste che ci facevano ovunque… tutta la riconoscenza ai missionari che hanno lavorato in quella terra: Angelo Bianco, Bardelli, Finotti, Ubbiali, Carminati, Gerardo…

Ho incontrato comunità cristiane fiorenti, chiese piene di fedeli (anche nei giorni feriali), tante nuove parrocchie, molti i sacerdoti, le religiose e i seminaristi locali…

Ma soprattutto ho visto la gioia di essere cristiani. Ho toccato con mano la forza dello Spirito: il piccolo seme, gettato con fatica in una terra che sembrava arida, ora è diventato un grande albero.

Forse la mia è la visione nostalgica di chi ricorda i suoi primi amori …quarant’anni dopo!

Allora lascio la parola a qualche giovane del Viaggio.

P. Dario Dozio

Simone: “Un mio amico aveva già fatto l’esperienza del Viaggiare per Condividere: mi ha trasmesso la voglia di provare anch’io questa avventura. Così sono partito in Costa d’Avorio con p. Dario, Suor Attilia, Margherita, Camilla e Benedetta. Mi ha colpito molto la ricchezza delle tradizioni locali, la cultura africana, ma soprattutto la gioia della gente e l’accoglienza che ci hanno riservato. Questo mi ha permesso di riflettere sulla mia fede: quali sono i valori importanti per la mia vita, cosa vuol dire per me essere cristiano… In questo viaggio ho approfondito le domande che mi portavo dentro da tempo.”

Margherita: “Tornata da questo viaggio, ciò che mi porto nel cuore sono i sorrisi dei bambini e soprattutto la gioia che le persone mi hanno trasmesso. Abbiamo potuto incontrare una cultura diversa, fatta di molti valori e tradizioni. Per esempio, un valore importantissimo è l’ospitalità: abbiamo pranzato in vari villaggi, ospitati in diverse famiglie e al termine di ogni pranzo, com’è consuetudine, dovevamo “chiedere la strada”, cioè, chiedere il permesso di partire. Allora il padrone di casa ci dava solo “metà della strada”: l’altra metà, diceva, restava a terra: era per tornare lì un’altra volta. Così ho la speranza di poter tornare ancora in questo bel paese.”

Camilla: Fresca da questa esperienza mi rendo conto di aver ricevuto moltissimo. Scoprire questo paese e vederlo dal vivo mi ha fatto comprendere le tante bellezze che contiene, prima tra tutte i valori delle persone. Come prima volta in Africa, l’impatto più forte è stato proprio il rendersi conto di essere a contatto con culture, tradizioni e mentalità diverse dalla nostra, anche se per noi inizialmente era difficile doverlo accettare (accettare per esempio di essere serviti per primi su tavoli spaziosi, quando la famiglia ospitante mangiava in un tavolino a parte, o che ci portassero loro le nostre valigie e borse). Mi hanno colpito i vari incontri, in particolare con un ex sciamano che si è convertito alla fede cattolica. Con la sua testimonianza, ci ha trasmesso una fede profonda e la forte volontà dimostrata nel voler uscire dalla situazione negativa in cui era tenuto. Ci ha fatto gustare la gioia di vivere il Vangelo.”

Questa esperienza ci ha fatto capire che l’Africa non è solo povertà, tristezza e guerra, ma anche tanta bellezza, e ricchezza. E ci ha dato l’occasione di scoprire ancora una volta la bellezza di questa diversità che arricchisce.