P. Martino Bonazzetti, nella sua nuova lettera dall’Angola, ci racconta gli ostacoli e gli imprevisti che si sono presentati in questo periodo nella comunità del Terreiro, tra cui la mancanza di elettricità. Ma la Speranza e la gioia ci sono sempre, perché alla fine “l’importante è esistere”.
È da un mese che in casa siamo senza corrente. Si è fuso il trasformatore e la ditta che fornisce la corrente (senza contatore pagamento a forfait) dice che sta lavorando. Così lavora il generatore qualche ora la sera…
E stasera preparandomi per andare a dormire ho realizzato che se tutto procede come previsto, il prossimo 29 dormirò in Italia. Biglietto già pronto…
Parlare di ritorno significa anche vedere ciò che è passato: molte le situazioni che ho provato a raccontare con le mie lettere. Un modo per condividere il vivere qui.
C’è un libro che si intitola Funzionare od esistere: spero di non avere solo funzionato con le cose fatte, ma prima di tutto spero di esistere.
Mi ha aiutato in questo, il giorno di San Giuseppe, festa dei papà, celebrato con una Messa speciale e poi, come da costume locale, con una mangiata con la comunità. E c’erano un po’ di persone che non erano certamente papà… Non avevano niente di particolare da fare. Si sono inventati un servizio, tanto per essere presenti… con prospettiva della mangiata. Non “funzionavano” ma esistevano, ed esistevano con uno stomaco che funzionava.

L’auto incidentata
Un altro fatto particolare: una macchina della casa è uscita di strada. Un incidente per fortuna senza grandi conseguenze per il giovane che la conduceva e la suora che viaggiava con lui. Per riportare a casa l’auto niente pronto soccorso, il carro attrezzi è distante e costa molto.
Così abbiamo condotto la macchina al traino. Il giovane che la guidava deve essersi rinforzato i muscoli delle gambe e quelle delle braccia per guidare senza servosterzo e servofreno una macchina al traino senza motore…
Un bell’esercizio, anche perché l’incidente è avvenuto a 120 chilometri dalla casa dove doveva ritornare l’auto. Difficile, se non impossibile, però ha funzionato.
Così continuiamo con queste esperienze che fanno saltare schemi rigidi e prevedibili.
Ora è un periodo di pausa. Il fatto di rientrare in Italia mi ha spinto a concludere varie cose. O, quanto meno, ho terminato incombenze e urgenze. Per esempio, stiamo finendo la casa del mulino per la farina di granoturco e manioca. Ha permesso di pensare a questo progetto un aiuto particolare da un gruppo di una parrocchia della mia diocesi. È tutto pronto, sperando di raccogliere poi il granoturco, visto che quest’anno le piogge sono state scarse. Esiste il mulino e speriamo che funzioni! Un giovane che lavora come muratore alla costruzione del mulino, mi ha detto che già un gruppo di donne ha chiesto quando sarà attivo. Questo significa non dover spostarsi fino al Desvio per fare la farina… e quindi significa risparmiare, non pagando un viaggio! Esiste e quindi dovrebbe funzionare.
Nel frattempo, alcune signore mi hanno chiesto un passaggio proprio per Desvio: qui il “car sharing” lo chiamano “boleia” ed è una specialità molto praticata (e mi ricorda tutti i viaggi in autostop da Cremona dove andavo a scuola a Crema e quelli da Vicenza a Madignano quando ero militare). E queste donne parlavano di un mulino che fa la farina molto fine. Non è il massimo per la polenta nostrana. Infatti, con Angelo, di Sarnico, noi ci facciamo preparare la farina un po’ più grossa per fare una polenta un po’ rustica. Restano meravigliati quando diciamo che conosciamo la polenta come cibo e ne abbiamo mangiata parecchia…
Concludo con un arrivederci… E se qui, in missione in Angola, ci sono parole italiane incastonate nel discorso in portoghese, mi scuserete se, al io ritorno, qualche parola portoghese scapperà nel discorso in italiano… l’importante è esistere e non solo funzionare.
PS: poche foto: la macchina dell’incidente e il camino che vedete non stavo curvando, andava via di traverso con un parallelismo perfetto: esiste e quindi funziona.