P. Antonio Porcellato ci scrive da Gerusalemme, dove rimarrà per alcuni mesi. Un’occasione privilegiata non solo per studiare i racconti biblici visitando i luoghi in cui sono ambientati, ma anche per vivere momenti di riflessione personale, di dialogo in gruppo e di preghiera, nonché per essere testimone degli effetti di ciò che sta accadendo nella vicina Gaza.
Sono partito da Roma Fiumicino per Tel Aviv con un volo EL AL lunedì 8 settembre e sono poi arrivato senza problemi a Gerusalemme nel tardo pomeriggio.
Mi trovo ospite nella grande casa dei Missionari d’Africa- Padri Bianchi, annessa alla Basilica di Sant’Anna, in pieno centro storico a Gerusalemme Est. Il muro che delimita la spianata del Tempio (ora occupata dalla moschea Al-Aqsa e dalla dorata Cupola della Roccia) dista appena cento metri da Sant’Anna.
Partecipo a un corso di tre mesi organizzato dai Padri Bianchi, chiamato Bethesda, dal nome della antica piscina delle pecore (Bethesda) citata nel Vangelo di Giovanni all’inizio del cap. 5.
Gli scavi che hanno portato alla luce questa antica piscina si trovano nella proprietà di cui i padri Bianchi sono custodi e che formalmente è un territorio appartenente alla Francia.
Accanto ai resti della piscina sorge una bella chiesa romanica costruita dai Crociati intorno al 1200. Essa è dedicata a Sant’Anna, perché edificata sopra una grotta che la tradizione identificava come abitazione di Anna e Gioacchino; quindi è il luogo dove sarebbe nata Maria, la madre di Gesù.
In tutto siamo 12 partecipanti a questo corso.
Nella foto (qui a destra, n.d.R.) ci vedete nella sala chiamata “del Cenacolo”, che si trova nell’area dove Gesù ha celebrato l’ultima Cena. Tutti gli edifici dell’epoca sono andati distrutti, come del resto molta parte di Gerusalemme.
Questi tre mesi sono una occasione privilegiata per studiare i racconti biblici visitando i luoghi in cui sono ambientati. Sono anche un’opportunità per fare il punto sulla propria vita per chi, come me, termina un compito impegnativo e si prepara per la prossima fase della vita. Oltre alle visite, sono in programma anche momenti abbondanti di riflessione personale, di dialogo in gruppo e di preghiera.
È troppo presto per esprimere un’opinione sul conflitto Israele-Palestinesi e in particolare su Gaza. La sola cosa molto evidente a Gerusalemme è la grande diminuzione di pellegrini sia cristiani sia mussulmani.
È una realtà che ha conseguenze economiche e sociali drammatiche per tutti e in particolare per i palestinesi. La crisi, cominciata con il Covid, è poi proseguita con la guerra seguita all’eccidio di Hamas del 7 ottobre 2023.
Sono arrivato qui con la mente e il cuore affollati di volti, di persone, di incontri, di affetti, di situazioni di sofferenza, di richiesta di preghiera. Nei momenti di calma e in tutti i luoghi che abbiamo visitato ho l’occasione per un ricordo e una preghiera, in particolare per chi vive momenti di lutto o di malattia.
Un saluto caro e a presto con altre notizie.
P. Antonio Porcellato, SMA
Basilica S. Anna, Gerusalemme