Carissimi

Per gli auguri di questo Natale, riprendo quanto scrivevo sull’ultimo numero di SMA Notizie: Natale festa della speranza?

Sì, speranza dove non si spera più che la pace sia possibile, che il dialogo possa essere una via d’uscita di tante guerre, non ultima, quella che si combatte dove duemila anni fa è nato Gesù e si è celebrato nel silenzio il primo Natale. É venuto dal Cielo per dare speranza di vita a tutti: ai più piccoli, agli scartati dell’umanità, agli abbandonati nel dolore, a chi attendeva la salvezza e guardava verso l’Alto, ai sapienti perché scoprissero la verità che quel Bambino portava in sé: viene da Dio per mostrare che chi “di spada ferisce di spada perisce” (cfr Mt 26,52).

Speranza che l’Africa possa avere pace, perché è un continente dove uomini e donne sembrano ancora lontani dal poter aver una vita che prospetta un futuro perché tutti i bambini possano ben nutrirsi, frequentare una buona scuola che dovrebbe aiutare a trovare un lavoro dove sono nati. Siamo ancora lontani da questo ideale, ma la speranza non muore mai: i giovani continuano a lottare, a inventare nuovi lavori pur di sopravvivere e mostrare le loro competenze.

È vero, persistono rapimenti e guerre civili, e si continuano a contare soldati e carrarmati… ma allo stesso tempo si contano anche i nuovi nati, segno che la vita è più forte della morte. Natale di speranza con uno sguardo buono ed umano verso chi è meno fortunato, verso chi non riesce a vedere un futuro davanti a sé. Speranza che l’odio sia sconfitto e lo è dall’amore vero e concreto, speranza che il perdono possa aprire il cuore di chi ha fatto il male, speranza che la terra, casa comune, anche del Figlio di Dio e di Maria, possa essere un tesoro custodito con rispetto perché sorgente di vita.

Non sono speranze vane perché Gesù, nato a Betlemme, si è presentato come principe della pace che non si ottiene con un equilibrio di forze armate che incutono paura ad un possibile nemico, ma si raggiunge coinvolgendo tutti a guardare nel loro cuore e a scoprire che siamo figlie e figli di un Dio dal “cuore di padre e di madre” come diceva Giovanni Paolo I e che ci invita all’unità, alla comprensione, al rispetto anche di chi non la pensa come noi.

Buon Natale di speranza di pace, Buon Natale in cui tutti rinnoviamo questa speranza anche se ci sono tanti venti contrari che incutono paura. A Betlemme al tempo del re Erode c’era tanta violenza e tanta paura, ma Maria e Giuseppe non sono si sono lasciati sopraffare da questi sentimenti che avrebbero potuto bloccarli e chiudere il progetto di Dio che voleva iniziare un Regno di Pace.

Buon Natale di speranza e di pace.

Con sincera gratitudine, ringrazio per l’amicizia e per la preziosa collaborazione nel comune servizio al Vangelo.

Il Signore continui a benedirvi. 

p. Vito Girotto
SMA