Dal trauma di un attentato terroristico durante la messa, al sostegno dei pigmei Bayaka, per una Chiesa che promuove la pace e lo sviluppo integrale. La testimonianza di P. Richard Honkou, sacerdote togolese della Società delle Missioni Africane (SMA), in missione nella Repubblica Centrafricana.

Foto di gruppo dei Parrocchiani a Mabondo (Repubblica Centrafricana)
Per Padre Richard Honkou, la missione nella Repubblica Centrafricana può essere espressa in una ricerca: ricostruire “il Bello e il Vero” in un Paese lacerato.
“Riconciliare cuori e menti in quest’epoca di crisi politico-militare che si diffondono a macchia d’olio fa parte di un approccio olistico che è allo stesso tempo spirituale, sociale, educativo e umanitario”, afferma.
La sua missione è iniziata nel 2017 come parroco assistente presso la parrocchia Saint Charles Lwanga di Bégoua, nell’arcidiocesi di Bangui (ruolo coperto sino al al 2020). Una comunità dinamica, dove la fede rimane “espressiva e viva” nonostante la crisi. Di fronte alle “sfortunate conseguenze” delle violenze sui giovani particolarmente colpiti, le sue “pratiche pastorali” sono consistite nel creare spazi di ascolto e attività. Formazioni sulla nonviolenza e il dialogo interreligioso, microprogetti agricoli, sostegno scolastico, corsi di musica e attività sportive: tutti strumenti per “ripristinare la fiducia” e favorire la “coesione sociale”.
Il dramma di Fatima: memoria e resilienza
Il 1° maggio 2018, la missione di Padre Honkou è precipitata nella tragedia. Mentre celebrava la Messa presso Nostra Signora di Fatima a Bangui, la chiesa è stata attaccata dai ribelli.
“Granate cadevano sulla folla. I ribelli sparavano a distanza ravvicinata”.
Un sacerdote, Albert Toungoumale, e una ventina di fedeli hanno perso la vita. “Avere la vita salvata è una grazia di Dio, direi che è addirittura un miracolo”, ha confidato p. Honkou , rendendo omaggio ai defunti.
Per ricostruire le loro vite, i sopravvissuti, accolti dal Cardinale Dieudonné Nzapalainga, hanno partecipato a sessioni di consulenza con l’ICOF e il Catholic Relief Services.
Padre Honkou trae forza anche dall’Eucaristia e dal culto, citando San Paolo: “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene“.
Mabondo: una missione profetica tra i Pigmei

Bambini Bayaka in un’aula (Mabondo, Repubblica Centrafricana)
Nel 2020 è stato inviato a Mabondo, nella diocesi di Berberati, una missione di “prima evangelizzazione” al servizio dei Pigmei Bayaka, un popolo seminomade, tradizionalmente cacciatore-raccoglitore, marginalizzato e indigente.
Qui, la missione è una “missione di presenza e pazienza”. Non c’è una chiesa permanente; la messa è celebrata in una vecchia aula. Le sfide sono immense: salute, malnutrizione, analfabetismo. Il villaggio non ha una scuola primaria. È stato implementato un programma di alfabetizzazione biennale, ORA (Osservare, Riflettere, Agire).
Per offrire un futuro ai bambini Bayaka, nel 2022 è stato presentato alla Provincia di Lione un progetto per la costruzione di una scuola con tre aule, mensa e servizi igienici. La raccolta fondi è in corso.
Assistenza sanitaria: un diritto fondamentale, un servizio di ricostruzione
A Mabondo, le strutture sanitarie sono vitali. Padre Honkou descrive le disuguaglianze nell’accesso all’assistenza sanitaria tra ricchi e poveri, tra Bayaka e Bilo (Bantu). Grazie a partner come Water for Good, Action Against Hunger, FairMed e l’Ordine di Malta Francia, la missione ha potuto realizzare dei pozzi per l’acqua potabile, preservare i vaccini e combattere le malattie tropicali neglette. “L’accoglienza, la pulizia, la qualità e l’assistenza gratuita” attraggono pazienti da ogni dove. “Curare un paziente è un servizio di ricostruzione“, sottolinea il sacerdote, per il quale “ogni persona ferita o malata è una presenza del Cristo sofferente“.
Cambiare il mondo partendo dal cuore
Citando l’Enciclica di Papa Francesco Dilexit nos – “il mondo può cambiare partendo dal cuore” – Padre Honkou rivela l’essenza della sua missione. Una missione che, al di là della pastorale tradizionale, cerca di sanare le ferite visibili e invisibili, a ricostruire una civiltà dell’amore sulle rovine dell’odio. La sua testimonianza è quella di una Chiesa centrafricana resiliente, che, di fronte alle avversità, continua instancabilmente a seminare semi di pace e speranza.
Fonte: SMA international
Traduzione e adattamento a cura di Silvia C. Turrin dell’Articolo firmato da Dominic Wabwireh
 
											
				 
			
											
				 
	 
	 
	 
	