
P. Martino Bonazzetti è rientrato, ormai da circa due mesi, in Angola. In questa lettera, ci racconta i vari impegni, le attività e i progetti che animano la comunità del Terreiro.
Sono trascorsi quasi due mesi dal mio ritorno qui a Desvio da Barro do Dande.
Non posso dire che sia passata tanta acqua sotto i ponti perché siamo ancora in piena stagione secca, anche se si sta aspettando la prima pioggia.
Con le piogge pensiamo di riempire la grande cisterna del Terreiro, anche se la prima pioggia non la faremo entrare in cisterna perché porta con sé tutta la polvere che c’è sul tetto.
Il clima, per me è ottimo, secco e con temperature la sera sui 20-22 gradi. Per i locali fa freddo: per questo indossano berrette, maglioni, giacche a vento, calze… insomma fa freddo (si veda la foto in cui c’è la signora che cucina con la giacca). Quando gli racconto della temperatura di -33 che ho sperimentato in Svezia, spiegandogli che il freezer scende a -18, mi chiedono come si fa a vivere in quel contesto…
Le attività non mancano. Al Terreiro abbiamo celebrato i battesimi e le prime comunioni. Una cosa mi ha colpito.
Al momento della danza di ringraziamento fatta dai battezzati e da quelli che avevano ricevuto la prima comunione, mi sono accorto della fila di scarpe lasciate accanto alla sedia, posizionate li per poter danzare meglio. E mi ha fatto pensare a quante “scarpe” rendono faticosa la danza della vita.
C’è stato poi il mese di “ferias”, una specie di centro estivo, con una ottantina di ragazzi e animatori, alcune mamme e un gruppetto di giovani.
Qui non serve molto per animare e non ci sono “norme” che ti fanno diventare matto.
Un po’ di scuola dei giochi, delle animazioni, un pacchetto di biscotti e un pranzo a settimana, prima del grande pranzo della giornata di chiusura. Non servono molte cose per fare festa. Un palloncino, un po’ di popcorn, musica (qui il volume è spento o al massimo… difficile una via di mezzo) e tanta allegria.
Poi il pranzo preparato da alcune signore. Ciascuno ha il suo piatto ben pieno: riso, con un bel po’ di fagioli e siccome è festa anche un pezzetto di pollo…. Anche i più piccoli con calma lo mangiano di gusto.
Ho aggiunto ai miei vari “ruoli”, anche una nuova professione, lo “scocciatore” di banconote: qui, se su di una trovano uno strappo, molte volte la rifiutano . Dall’Italia mi sono portato lo scotch che non ingiallisce e, sistemata una banconota a qualcuno, la voce si dev’essere diffusa e ogni tanto arriva qualcuno che mi chiede l’intervento.
Da ultimo, stiamo completando la pratica dell’acquisizione del terreno nella zona 6 di cui vi avevo parlato. I cristiani di quella comunità mi hanno accennato anche di una possibile alfabetizzazione e pre-scuola. Ho detto vediamo.
Hanno fatto il censimento dei bambini in età scolare (ma la scuola è a qualche chilometro). Non penso che tutti siano interessati, ma il numero mi spaventa: più di 450 ragazzi. Bisogna pensare a luoghi idonei (qui abbiamo la fortuna che se costruiamo e non c’è intonaco, pavimento… non abbiamo ispezioni dell’Asl o dei vigili del fuoco), quindi ad aule, poi al materiale non dico didattico perché è una parola grossa… e poi anche a “insegnanti”, ovvero a quei giovani che frequentano le superiori. Inizieremo… poi si vedrà.
Non so se siete arrivati alla fine di questo mio scritto… Se si, un grande grazie per in l’attenzione e l’interesse.
Un ricordo nella preghiera… per adesso fresca e tra un po’ di giorni sicuramente più calorosa…
P. Martino
 
											
				 
			
											
				



 
	 
	 
	 
	