Il viaggio apostolico di Francesco nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan

Papa Francesco ha compiuto dal 31 gennaio al 5 febbraio 2023, il pellegrinaggio ecumenico in due nazioni africane instabili e tormentate: la Repubblica Democratica del Congo e il Sud Sudan. Nel corso della visita apostolica, densa di emozioni e di incontri con vari capi spirituali e leader politici, il pontefice ha invocato messaggi di pace, riconciliazione e unità.

Una folla di migliaia di persone, tra preghiere e canti, ha accolto il Santo Padre al suo arrivo a Kinshasa, il 31 gennaio. Tanti, fedeli e non, speravano che Francesco ponesse l’attenzione sulla tormentata situazione nel Nord-Kivu, da decenni in balia di scontri, violenze e sfruttamento delle sue preziose risorse minerarie e naturali. E così è stato.

Il Santo Padre, nel suo primo discorso tenuto presso il giardino del “Palais de la Nation”, ha paragonato la RDC a “un diamante del creato”, in riferimento alle ricchezze presenti nel sottosuolo.

Ma il papa ha ricordato che i cittadini della RDC sono “infinitamente più preziosi di ogni bene”, e che “è proprio a partire dai cuori che la pace e lo sviluppo restano possibili perché, con l’aiuto di Dio, gli esseri umani sono capaci di giustizia e di perdono, di concordia e di riconciliazione”.

La messa all’aeroporto, con un milione di persone

Il giorno seguente al suo arrivo a Kinshasa, Papa Francesco ha tenuto la Santa Messa davanti a oltre un milione di persone. Una celebrazione toccante, organizzata nella spianata dell’aeroporto di Ndolo. Durante la funzione, il Santo Padre ha ricordato come “custodire e coltivare la pace di Gesù”, rammentando gli insegnamenti di Cristo:

Egli stesso ci indica tre sorgenti di pace, tre fonti per continuare ad alimentarla. Sono il perdono, la comunità e la missione”. Francesco ha poi sottolineato che “i cristiani, mandati da Cristo, sono chiamati per definizione a essere coscienza di pace del mondo: non solo coscienze critiche, ma soprattutto testimoni di amore”.

Le vittime della violenza nell’est del Congo incontrano il papa

L’incontro con le vittime delle violenze perpetrate nell’area orientale del paese è stato tra i momenti più toccanti della visita di Francesco in terra congolese. Le testimonianze dei sopravvissuti sono state commoventi. Donne abusate, ragazzi costretti a vedere la morte atroce del padre. Testimonianze che hanno messo in luce gli orrori compiuti nelle province del Nord e Sud Kivu e nell’Ituri. Ascoltando le drammatiche storie, Francesco ha pronunciato parole di partecipazione, e ha poi lanciato un appello:

Rivolgo un vibrante appello a tutte le persone, a tutte le entità, interne ed esterne, che tirano i fili della guerra nella Repubblica Democratica del Congo, depredandola, flagellandola e destabilizzandola. Vi arricchite attraverso lo sfruttamento illegale dei beni di questo Paese e il cruento sacrificio di vittime innocenti. […] fate tacere le armi, mettete fine alla guerra. Basta! Basta arricchirsi sulla pelle dei più deboli, basta arricchirsi con risorse e soldi sporchi di sangue!”.

Alla volta del Sud Sudan, un viaggio ecumenico

Venerdì 3 febbraio 2023, Francesco, con i suoi 86 anni sulle spalle, è partito alla volta del Sud Sudan, un altro paese africano tormentato da violenze e conflitti derivanti dallo sfruttamento di preziose ricchezze, come il petrolio. Il Sud Sudan è la più giovane nazione al mondo, nata a seguito della secessione dal Sudan. Dal 2013 al 2018 ha conosciuto una cruenta guerra civile. Nel corso di questa visita, il pontefice ha lanciato il suo appello affinché questo Paese possa finalmente intraprendere un percorso di riconciliazione e di unità.

Non perdete mai la speranza. E non si perda l’occasione di costruire la pace”, ha detto il pontefice al termine della Santa Messa presso il complesso del Mausoleo “John Garang”, a Giuba.

Il viaggio apostolico di Papa Francesco in queste nazioni instabili e complesse è stato impegnativo, ma necessario per risvegliare le coscienze affinché vengano deposte “le armi dell’odio e della vendetta per imbracciare la preghiera e la carità”.

Silvia C. Turrin

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